6.5
- Band: THY ART IS MURDER
- Durata: 00:36:57
- Disponibile dal: 05/04/2013
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Non c’é dubbio alcuno che i Thy Art Is Murder siano una band in piena ascesa nel panorama deathcore mondiale, tanto che in Australia – loro terra natale – si imbarcheranno in un tour che avrà come support act addirittura i Cattle Decapitation! “Hate” é il secondo full length pubblicato dai Nostri, uscito originariamente a fine 2012 via Halfcut Records e reso disponibile oggi dalla Nuclear Blast, che non ha perso tempo e si é accaparrata un nome caldo da affiancare nel proprio roster immenso a quello degli All Shall Perish. Nonostante tutti questi preamboli però, “Hate” non riesce a colpire duro come dovrebbe. Intendiamoci, il deathcore é un genere che a priori sprigiona potenza e pesantezza, quindi quelle non sono in discussione e da quel punto di vista i Thy Art Is Murder sanno fare molto male. Il problema é un certo appiattimento su degli standard vicini agli Emmure e – in maniera minore – ai Whitechapel, che però gli australiani ripropongono con meno varietà ed anzi fossilizzandosi sui cliché tipici del deathcore, per intenderci quelli messi in campo dai Suicide Silence e dai loro tanti epigoni. Tutto sommato “Hate” non é di molto differente dal proprio predecessore “The Adversary”, con la differenza che l’esordio risultava più fresco e convincente, mentre questo secondo capitolo é più diretto, più in your face ma in parte perde quei tecnicismi degni dei primissimi Cryptopsy presenti sul lavoro del 2010. Vi sono ovviamente dei brani più riusciti e vari di altri, come ad esempio “Shadow Of Eternal Sin” con le sue inaspettate aperture melodiche ed ariose a livello chitarristico, l’approccio a tratti vicino al death di “Defective Breed” oppure il buon lavoro di cesello all’altezza del chorus di “Infinite Forms”, purtroppo sotterrato da una produzione mastodontica che amplifica oltremodo il wall of sound generato dalle chitarre di Tom Brown e Andy Marsh. Forse il passaggio del precedente guitarist Sean Delander al basso ha fatto perdere alla band qualcosa in fantasia esecutiva, guadagnandone però in termini di potenza vera e propria, come sarà evidente ascoltando le terremotanti “Reign Of Darkness”, “The Purest Strain Of Hate” e “Dead Sun”, non lontanissime dagli Emmure più tosti. Il brano migliore giunge in conclusione, ovverosia la strutturata “Doomed From Birth”, con in grande evidenza il drumming fantasioso e tecnico di Lee Stanton, forse il membro della band che più stupisce per capacità esecutive. Per il resto via a vocals violentissime e a tempi tiratissimi alternati ai classici breakdown che hanno fatto la fortuna del genere. Non sappiamo se i Thy Art Is Murder siano arrivati troppo tardi per godere di fama e successo, ma questo “Hate” é un album deathcore incompromissorio a cavallo tra Emmure e Whitechapel, irrinunciabile per ogni fan che si rispetti ma fin troppo standardizzato per paragonarlo realmente ai giganti del genere, perlomeno a livello qualitativo. Muscolosi.