6.5
- Band: THY ART IS MURDER
- Durata: 00:41:08
- Disponibile dal: 30/06/2015
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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E’da un po’ che si parla del ritorno discografico dei deathcorers australiani Thy Art Is Murder, soprattutto della difficoltà nella scelta dell’artwork del disco. Inizialmente infatti i Nostri avevano scelto un’immagine che raccontava in maniera piuttosto esplicita quelle che sono le tematiche trattate in “Holy War”, ovvero le guerre ‘sante’ e gli odiosi mezzi che vengono utilizzati per combatterle, come ad esempio utilizzando bambini imbottiti di esplosivo. In seguito questa immagine è stata ritenuta un po’ troppo forte per il mercato discografico, specie in virtù del fatto che oggi come oggi la band, uscendo poi sotto Nuclear Blast, ha una certa visibilità e distribuzione, pertanto questa copertina non è stata ritenuta idonea per i mercati di tutto il mondo. Ma passiamo a parlare dell’aspetto musicale che è da sempre la cosa che ci interessa maggiormente: avevamo lasciato i Nostri nel 2013 con quello che era stato l’album che li aveva definitivamente consacrati dal punto di vista del successo: “Hate” aveva infatti ottenuto una bella risposta dal pubblico, probabilmente grazie alla capacità di questi ragazzi di far coesistere nei loro brani sia un certo dinamismo sonoro fatto di parti adrenaliniche e molto veloci, che delle ritmiche cadenzate e ricche di groove, senza che queste ultime divenissero eccessivamente ridondanti o ripetitive. Dato che quella formula sostanzialmente ha funzionato, il quintetto ha giustamente deciso di continuare su questo registro. I cambiamenti stilistici sono dunque ben pochi, sebbene sotto un certo punto di vista si nota più di un tentativo di rendere più ragionato ed elaborato il guitar working, specie nelle parti più urgenti, cercando magari soluzioni che strizzano l’occhio a un technical death metal alla Beneath The Massacre. Dobbiamo dire che non proprio tutte le parti cadenzate sono proprio irresistibili, anzi, in qualche frangente la sensazione del ‘questo riff l’ho già sentito nella canzone prima’ è piuttosto immediata; per contro vi sono altri momenti ben riusciti, e sono proprio quelli meno insistiti e più funzionali al brano stesso, come avviene ad esempio “Deliver Us To Evil”. Se dovessimo paragonare i Thy Art Is Murder a qualche altro gruppo – non tanto stilisticamente dato che i richiami a Whitechapel e All Shall Perish sono piuttosto lampanti – forse sceglieremmo proprio i loro conterranei Parkway Drive, che non avranno inventato nulla di nuovo, ma quello che fanno lo suonano bene e, nel loro genere, si sono riusciti a ricavare una discreta fetta di pubblico che li apprezza e li sostiene.