THY CATAFALQUE – Geometria

Pubblicato il 09/05/2018 da
voto
7.0
  • Band: THY CATAFALQUE
  • Durata: 00:56:01
  • Disponibile dal: 04/05/2018
  • Etichetta:
  • Season Of Mist
  • Distributore: Audioglobe

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Dopo il pluriacclamato e celebrato “Meta”, la one-man band di Tamás Kátai torna sulle scene con un disco, neanche a dirlo, completamente diverso rispetto ai suoi predecessori. Forse è superfluo rifare l’ennesima presentazione, ma nel caso in cui qualcuno si fosse perso le puntate precedenti faremo un breve riassunto: i Thy Catafalque nascono alla fine degli anni Novanta come band black metal (il loro catalogo è stato peraltro ristampato di recente dalla Season Of Mist in pratico formato di triplo CD), in seguito il chitarrista e polistrumentista Tamás Kátai decide di fare completamente suo il progetto, anche se di fatto lo era già visto che ha sempre scritto e suonato qualsiasi cosa uscita con questo moniker e che il gruppo, in realtà, era un duo formato dallo stesso Tamás e da un vocalist che comunque ancora oggi troviamo tra i tanti turnisti che hanno collaborato alla registrazione del platter. Da quando i Thy Catafalque sono divenuti una one-man band, la deriva musicale ha preso via via lidi sempre più progressive, sperimentali e avantgarde culminando con il settimo full length “Meta”, vero e proprio fiore all’occhiello, capolavoro di estro e musicalità, un disco anche ancora oggi, a due anni di distanza dalla sua pubblicazione, VEDIAMO spesso fare capolino nei nostri stereo per uscirne a fatica. “Geometria” ha quindi l’arduo compito di portare ancora avanti la proposta dei Thy Catafalque, e con ogni probabilità la scelta più sensata e logica dopo aver dato stampe un masterpiece non è quella di provare a scriverne un altro uguale, ma cambiare completamente rotta, che peraltro è ciò che Tamás Kátai ha sempre fatto nella sua carriera, dando alla luce sempre capitoli a se stanti. Per descrivere “Geometria” partiremo dal primo, e in verità forse anche unico, ma grosso ed evidente difetto: a parere di chi scrive a questa release manca un vero e proprio filo conduttore, che guidi l’ascoltatore in questa ora scarsa di musica. La sensazione che abbiamo avuto, nonostante il susseguirsi quasi compulsivo degli ascolti, nel cercare di individuarne la chiave di lettura, è quella di trovarsi al cospetto di un disco composto di soli intermezzi. Quasi un album da sottofondo più che un lorro di canzoni in cui immergersi grazie a qualche intermezzo. L’uso massivo di parti elettroniche, il folklore delle linee vocali femminili che evocano atmosfere magiare, le parti jazzate, i romantici arpeggi e le sognanti parti atmosferiche dal retrogusto post rock sono soltanto alcuni dei tantissimi elementi che potrete trovare all’interno di “Geometria”. A ben vedere, infatti, i pezzi veri e propri sono una manciata: la cadenzata e Meshugghiana “Szamojéd freskó”, la folkloristica “Sárember”, “Sík” che è l’unico brano dove si respira ancora un vago retrogusto blackish e infine la conclusiva e bellissima “Ének a búzamezőkről”, certamente il brano più evocativo e comunicativo del disco con le sue atmosfere plumbee e doomeggianti con questi riff catastrofici che concludono il disco lasciando l’ascoltatore un po’ confuso. Scrivere un disco semplice ed accessibile non era di certo l’obiettivo del mastermind, non lo è mai stato, nonostante si possa affermare che questo è il capitolo più melodico della saga dei Thy Catafalque, tuttavia l’introversità di questo platter ci è parsa davvero eccessiva. Una cosa è certa: la musica dei Thy Catafalque è sempre una scoperta, in ogni album potrebbe letteralmente succedere qualsiasi cosa e, in ogni caso, se siete amanti delle sonorità più eclettiche, un ascolto anche “Geometria” lo merita.

TRACKLIST

  1. Hajnali csillag
  2. Szmojéd freskó
  3. Töltés
  4. Gőte
  5. Sárember
  6. Hajó
  7. Lágyrész
  8. Sík
  9. Balra a Nap
  10. Tenger, tenger
  11. Ének a búzamezőkről
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