THY CATAFALQUE – XII: A Gyönyörű Álmok Ezután Jönnek

Pubblicato il 12/11/2024 da
voto
8.0
  • Band: THY CATAFALQUE
  • Durata: 00:49:02
  • Disponibile dal: 15/11/2024
  • Etichetta:
  • Season Of Mist

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Dopo lo splendido “Naiv”, Tamás Kátai aveva deciso di far intraprendere ai suoi Thy Catafalque un percorso che lì ha riportati, almeno in parte, alle origini.
“Alföld”, rispetto ai lavori immediatamente precedenti, era un disco molto lineare, dalle sonorità più spoglie, che andavano a recuperare molte delle atmosfere degli esordi. Non nascondiamo che questo nuovo percorso di Tamás non ci aveva completamente conquistato: il vero punto di forza del polistrumentista ungherese è, a nostro parere, la sua enorme capacità di spaziare tra generi e influenze molto diverse fra loro, qualità unica che lo rende così abile nel costruire o trovare soluzioni ardite, affiancando e sovrapponendo suoni e strumenti provenienti da mondi lontanissimi.
Dopo un lavoro che, fin dalla copertina, sembrava riprodurre paesaggi grigi e nebbiosi, l’album “XII: A Gyönyörű Álmok Ezután Jönnek” ci riporta in quell’universo eterogeneo, colorato e vibrante che ci aveva conquistato pienamente in “Naiv”.
Tamás ritrova il gusto di sperimentare, non abbandona le fascinazioni death e black che aveva recuperato con successo in “Alföld”, ma al contrario si diverte a contaminarle con il folk tradizionale del suo paese, la melodia ruffiana, il suono trascinante dei sintetizzatori, ed una varietà vocale incredibile, data dai numerosissimi contributi esterni. In questo disco più che mai, infatti, Tamás trova la sua forza nel contributo di musicisti e artisti che lo affiancano nell’esecuzione: da ottimo polistrumentista ed arrangiatore, lavora come se fosse un direttore d’orchestra, arrivando a coinvolgere fino a venti diversi artisti che per lui suonano di tutto, dagli strumenti della tradizione fino a quelli più classici come violini e fiati.
Ancora una volta, diventa un’impresa quasi impossibile provare a restituire con le semplici parole la ricchezza degli arrangiamenti dei Thy Catafalque. Ogni canzone ha al suo interno molteplici anime capaci di portare a continue mutazioni, una massa caotica e ribollente che tuttavia non si perde mai per strada, grazie alla guida salda di Tamás.
Chi conosce questo artista ungherese, dunque, non si stupirà nell’ascoltare un brano come “Piros Kocsi, Fekete Éj”, così melodica, trascinante, quasi arrogante nella sua sfacciataggine; seguita poi a ruota da “Mindenevö”, completamente diversa nel suo recuperare atmosfere più sinistre e sonorità estreme. Lo chiamiamo avant-garde, certo, ma con la consapevolezza che si tratta di un una categorizzazione che vuol dire tutto e niente, una sorta di ombrello per coprire tutto ciò che non siamo in grado di categorizzare diversamente. Un ombrello che, per i Thy Catafalque, comprende tanto un brano folk ungherese degli anni Ottanta (“Lydiához”), quanto “Ködkiraly”, stratificata, con le sue parti atmosferiche, i monolitici rallentamenti in chiave doom, per arrivare poi ad un finale epico e maestoso in cui il contributo orchestrale degli archi diventa protagonista. Ottima, infine, anche “Babylon”, cover di una delle ultime hit degli Omega, rock band di notevole successo in Ungheria.
Non è infrequente che artisti estremamente prolifici e poliedrici si trovino a procedere per contrasti, e appare quindi naturale questo nuova esplosione di colori nel percorso fuori dagli schemi dei Thy Catafalque. Chi vi scrive auspicava esattamente un disco come questo e, per quanto la storia di Tamás, sia eccezionale nella sua interezza, questo volto dei Thy Catafalque è quello che preferiamo. Bentornati.

 

TRACKLIST

  1. Piros Kocsi, Fekete Éj
  2. Mindenevö
  3. Vasgyár
  4. Világnak Világa
  5. Nyárfa, Nyírfa
  6. Lydiához
  7. Vakond
  8. Ködkiraly
  9. Aláhullás
  10. A gyönyörü álmok ezután jönnek
  11. Babylon (Bonus Track)
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