7.0
- Band: AMESTIGON, INCONCESSUS LUX LUCIS, SHAARIMOTH, THY DARKENED SHADE
- Durata: 01:36:25
- Disponibile dal: 30/06/2021
- Etichetta:
- World Terror Committee
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Thy Darkened Shade, Amestigon, Inconcessus Lux Lucis e Shaarimoth, quattro esponenti della scena black/death più elitaria e ricercata, uniscono le forze in uno split titanico patrocinato da quella World Terror Committee divenuta con il passare degli anni una roccaforte imprescindibile per tutti i veri seguaci della Nera Fiamma. Una sfida a colpi di litanie diaboliche e profonde meditazioni che, come recita il vecchio adagio, trascende la mera somma delle singole parti per assurgere a valori e significati maggiori, nell’ottica di un percorso spirituale qui legato a doppio filo agli insegnamenti del Luciferianesimo.
Contenuti testuali e digressioni filosofiche a parte, “SamaeLilith: A Conjunction of the Fireborn” ci presenta i rispettivi protagonisti in uno stato di forma equiparabile (se non addirittura superiore) a quello degli ultimi full-length in cui li avevamo lasciati, per oltre un’ora e mezza di musica da assaporare necessariamente con la giusta dose di calma e attenzione per non perdersi la moltitudine di dettagli al suo interno. E che, nonostante le varie differenze stilistiche, ha l’indubbio pregio di risultare compatta e coerente senza dare l’impressione di una miscellanea fin troppo eterogenea e pretenziosa.
Come detto, partono i greci con la loro venerazione in chiave progressiva e mediorientale dello swedish black metal di Watain e Dissection, infilando quattro brani di rara espressività che, fra parentesi ampollose, interventi di cori e voci pulite e digressioni più frastagliate in cui chitarra e basso dialogano vivacemente tra loro, ci ricordano perché avevamo tanto amato “Liber Lvcifer I: Khem Sedjet”, vecchio ormai di sette anni. Alla luce di episodi come “Undead Lineage” e “Daathian Reveries and Gamaliel Revelation”, la speranza è che il successore ufficiale di quel disco emerga presto dalle tenebre dell’Attica in cui risiede il progetto. Archiviata la band del chitarrista Semjaza è quindi la volta degli Amestigon, il cui black metal striato di industrial e melodie enfatiche raggiunge soprattutto con la lunga “The Tortuous Serpent” un apice volto a chiudere il lato più introspettivo dell’opera, spianando di lì a poco la strada alle aggressioni black/death/thrash degli Inconcessus Lux Lucis – che al netto delle parentesi sinfoniche e delle strutture non convenzionali dei brani si confermano il gruppo più tradizionale fra quelli coinvolti – e al death metal visionario e pesantissimo degli Shaarimoth, ottima conclusione di uno split che, come avrete avuto modo di intuire, è lungi dall’essere un’operazione svuota cassetto o un’uscita assemblata in fretta e furia.
Si respirano devozione e cura maniacale per i dettagli nei solchi di “SamaeLilith…”, sul filo di un’atmosfera enfatica in grado di veicolare appieno il fanatismo dei musicisti chiamati in causa. Se la lunga durata non vi spaventa, aspettate che sia buio, preparate incenso e candele nere e unitevi a loro nel viaggio.