7.5
- Band: THYRFING
- Durata: 00:48:51
- Disponibile dal: 27/08/2021
- Etichetta:
- Despotz Records
- Distributore: Audioglobe
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Finalmente arriva l’ottavo capitolo della saga Thyrfing. Gli alfieri del viking metal, dopo ben otto anni di silenzio, fanno valere il loro peso all’interno della scena internazionale rilasciando l’ennesimo buon lavoro che non può essere ignorato dagli amanti di questo genere musicale. La (nuova) linea stilistica era stata ben tracciata già sin dai tempi dell’ottimo “Farsotstider” ed è stata in massima parte mantenuta anche sul nuovo “Vanagandr”, nonostante il passare degli anni e gli importanti cambi avvenuti all’interno della line-up. Anzi, possiamo dire qualcosa di più ovvero che questo è l’album che più si avvicina per stile ed atmosfere proprio al citato “Farsotstider”. Due lavori che seguono una linea comune, ma che non si sviluppano nel medesimo modo: il disco del 2005 possedeva un’innata bestialità, sembrava essere il grido di guerra delle schiere dei guerrieri estatici berserkir, invece “Vanagandr” possiede una tensione mistica che i Thyrfing forse non avevano sinora mai svelato, ed infatti il cupo fatalismo figlio della tradizione mitologica norrena acquista qui una dimensione sonora di tutto rispetto; la tensione prima e lo scontro poi trovano nei nuovi brani il campo di battaglia ideale sul quale misurarsi. Per un gruppo che suona viking metal e che necessariamente si vuole rifare ad un sound che in qualche modo riporti alla mente ciò che poteva essere il credo, le tradizioni e quant’altro di una cultura e civiltà di secoli fa non ha certamente gioco facile, a maggior ragione se già da decenni c’è chi ha costruito musicalmente determinati cliché e li ha affiancati a questo universo dal sapore epico. La bravura e l’intelligenza degli svedesi è proprio stata quella di sapersi man mano discostare dai canoni più inflazionati e banali e costruire un proprio mondo sonoro che riportasse in vita determinanti elementi o sensazioni della cultura precristiana scandinava. Nelle note cadenzate e talvolta oscure di “Vanagandr” si può ritrovare una sottile linea mistica che lega il mondo umano a quello divino, poco importa se ciò sia figlio di una volontà artefatta di riportare in vita una dimensione passata (che si crede a ragione o torto fosse pregna di spiritualità) in opposizione ai tempi moderni; i Thyrfing sono riusciti per l’ennesima volta a ricreare a loro modo uno spaccato che ci fa immaginare un aspetto di un mondo tramontato, ma ancora affascinante. Il modo che ha il combo svedese di dipingerci la fine del mondo (il corrispettivo più o meno del Ragnarok) è denso di emotività, suggestioni che si alternano durante l’ascolto dell’intero album. Il livello compositivo del nuovo album è davvero alto, ci sono intrecci mozzafiato, intervallati da stacchi ritmati che irrigidiscono la struttura dei brani e gli danno un senso marziale come su “Rötter”. I Thyrfing sono sempre stati bravi nel dare una loro versione della quiete prima della tempesta: c’è violenza, e la si sente sia nel riffing che nel cantato bestiale di Rydén, ma c’è anche tanta poesia, basti ascoltare la bella ed aggraziata “Fredlös”. Ed infatti è un peccato però che un gruppo talentuoso come loro non incrementi parti puramente acustiche, un po’ come fanno i loro connazionali Månegarm. Ci sono momenti solenni, altri malinconici ed altri ancora sofferti, tutti elementi che non sono così tanto scontati da trovare nell’universo viking metal perchè sono i più difficili da tradurre in musica. I momenti trionfanti, comunque suggestivi ed esaltanti, di un fiero “Valdr Galga” sono tramontati, la band è diventata più profonda nel sound e nel modo di interpretare i temi riportati nei testi. Di sicuro “Vanagandr” non è immediato e per certi aspetti non è quello che qualcuno si poteva aspettare, ma sembra che i Thyrfing abbiano fatto ancora una volta la scelta giusta. Con “Håg Och Minne” ci si mette fieramente in marcia, il momento è infine giunto. La tensione sale, il trionfalismo però inizia a scemare così come la certezza nella vittoria. Il lupo cosmico ha spezzato le catene, la madre di tutte le battaglie è alle porte e le schiere di Múspell andranno combattute anche se il destino avverso già si conosce. La fine è arrivata ed il buio é sceso sul mondo, la splendida e conclusiva “Jordafärd” è ciò che rimane, requiem solenne e allo stesso tempo fiamma di rinascita per far ricominciare il ciclo cosmico.