7.0
- Band: THYSIA
- Durata: 00:39:51
- Disponibile dal: 07/04/2023
- Etichetta:
- Chaos Records
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Il termine Thysia, oltre a rappresentare questo gruppo al debut album, indica una tipologia di sacrificio rituale in Grecia antica; argomento, questo, che ripercorre anche i testi di “Islands In Cosmic Darkness”, e fa sì che tematiche e immaginario vadano a braccetto con la musica proposta.
Si ravvisa infatti una certa ‘mediterraneità’ nel black metal proposto dai Thysia, che non ci porta distante da gente come i primi Rotting Christ o i Varathron (per rimanere in Grecia), ma non disdegna nemmeno rifinimenti (soprattutto strutturali) di natura prettamente scandinava (Mayhem su tutti, si senta “Moira Krataià”). Del resto i componenti dei Thysia non sono certo dei novellini alle prime armi, essendo la band fondata da membri di Messa, Assumption, Haemophagus e Nox Interitus, band in questo momento al loro apice espressivo e tuttavia abbastanza diverse da quanto qui proposto.
Come dicevamo, il black metal di “Islands In Cosmic Darkness” riesce a suonare piuttosto caldo nella sua freddezza, con una musicalità malata che ammanta il disco e che ci fa apprezzare le sue composizioni soprattutto quando si medita più che quando si corre. Non fraintendiamoci, anche gli episodi veloci (come “Psallo”) hanno un loro vetusto splendore (la band infatti suona a modo suo volutamente ‘vecchia’, al punto che questo lavoro potrebbe sembrare un ottimo disco di qualche band underground anni ‘90), ma pezzi come “Spiritual Desert” o “Nexus Of Cataclysmic Forces” sono quelli che ci hanno fatto godere di più, dove all’aggressività la band aggiunge una dose di metodo.
La band ha una buonissima alchimia, almeno in studio, con la capacità di creare vocals davvero infernali e un gioco di chitarre che – assieme alla batteria – fanno suonare i brani ispirati e ben composti. Insomma, un album che scorre veloce (grazie anche a una durata ‘umana’, otto brani per circa quaranta minuti) e che si fa ascoltare con gran piacere, che gioca all’interno di riferimenti anni ‘90 e rimane tuttavia fresco e assieme old-school.