
8.0
- Band: TICINUM
- Durata: 00:39:53
- Disponibile dal: 18/05/2023
- Etichetta:
- Darker Than Black
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A volte si cerca lontano, nelle lande germaniche o lapponi, mentre il vero medioevo invece ce l’abbiamo dietro l’angolo: stavolta ci riferiamo ai Ticinum, una nuova band – ovviamente italiana – che con questo debutto, dal titolo “A’ La Porta Di Cént Tùr”, sta sorprendendo molti.
Il disco è ormai uscito da alcuni mesi ma, lo ammettiamo, non riesce ad uscire dal nostro lettore. Di medieval black metal si tratta, nell’accezione pagan/folk, ma nello specifico di quella ormai un po’ sorpassata formula dei vecchi Finntroll, Skyforger, Menhir o della marea di band quasi dimenticate passate per i cataloghi Einheit e Trollzorn. Se dovessimo fare un paragone più recente, tireremmo in campo i sorprendenti Stormkeep, ma secondo noi i Ticinum non ambiscono ad essere così solenni e mostrano invece un loro suono più divertito e osiamo dire pure danzereccio, anche se molto lontano dalle esagerazioni polka-metal da birreria in cui il folk è ultimamente caduto.
I quaranta minuti di “A’ La Porta Di Cént Tùr”, questo loro debutto uscito per Darker Than Black, sono di altissima qualità in un sottogenere specifico che, per chi scrive, è ormai abbastanza lontano dai picchi qualitativi registrati fino al 2010. Sospesi in un equilibrio praticamente perfetto fra passato e presente, fra black metal (di stampo melodico, lo sentirete tutto in “Mug’d’oss Därná”) e umori pagani e folk, i Ticinum riescono a confezionare brani vincenti, strutturati attorno a linee vocali dialettali incalzanti e facilmente memorizzabili; notevoli anche i cori, mai sguaiati o esageratamente epici e altrettanto piacevole è nel complesso la produzione, ruvida e metallica quanto il genere richiede, ma allo stesso tempo non troppo cristallina (altra deriva del pagan/folk degli ultimi anni, lavoratissimo in studio, a nostra opinione).
“Bargniff”, nei suoi ben sette minuti, riesce a non annoiare nonostante una struttura piuttosto lineare; “Il Muto Dall’Accia Al Collo” fonde un uptempo classic metal con dense tastiere pagan; in “Adalperga” l’incedere dei Running Wild si sente tutto ed altrettanto riuscita è “Al Pont Dal Sìur Di Fiàm” dove la linea vocale di Theeleb Corax ricorda le migliori voci nordiche, anche se ci rendiamo presto conto che l’idioma usato sapientemente è invece il dialetto lombardo. E’ straordinariamente fresco, “A’ La Porta Di Cént Tùr”, pur non inventandosi strutturalmente nulla. Il motivo è semplice, visto che i Ticinum hanno quello che in gergo chiamiamo ‘tiro’: c’è davvero qualcosa in più che attraversa le otto composizioni di questo loro primo lavoro, anche se non si riesce a descriverlo riferendosi a chissà quale competenza tecnica o soluzione produttiva. Siamo semplicemente davanti ad un lotto riuscitissimo di canzoni: d’altronde, alle volte, anche il più classico dei cocktail in mani esperte può avere quel qualcosa in più, basta saper miscelare bene gli ingredienti. Bravissimi!