6.0
- Band: TIME MACHINE
- Durata: 00:52:18
- Disponibile dal: 31/03/2004
- Etichetta:
- Lucretia Records
- Distributore: Self
Spotify:
Apple Music non ancora disponibile
Giunge al secondo capitolo la trilogia dedicata all’inquisitore Nicolas Eymerich (personaggio le cui gesta sono ben descritte nelle opere del romanziere Valerio Evangelisti), e per l’occasione la band capitanata dal bassista Lorenzo Deho si avvale di una formazione nuova di zecca, comprendente Marco Sivo (già nei Valas) le chitarre soliste di Gianluca Ferro ( Arkhé, Doomsword) e Gianluca Galli ( Mantra), più veloci comparsate di Rafael Bittencourt e Kiko Loureiro degli Angra, Fabio Ribeiro ( Blezqi Zatsaz, Shaman), Matteo Giuliani (ex Snake Eyes) ed infine Mariano Croce e Andrea Mastroianni dei romani Concept. Un cast di tutto rispetto per un lavoro che richiede indubbiamente più di un ascolto per essere adeguatamente apprezzato, essendo il concept impostato in modo tale che è impossibile parlare di veri e propri highlights da isolare dal contesto complessivo (escluderei dal computo l’iniziale, anthemica “Rotten Souls”). Le parti strumentali sono di una bellezza inaudita (“The Calling” su tutte), perfette nel sottolineare l’incedere lirico, si fregiano di una produzione di altissima qualità, e si sviluppano facendo ricorso a ritmiche stoppate e fughe degne del miglior metal progressive. Ciò che non convince per nulla sono però le linee vocali, che almeno in 4-5 tracce sono drammaticamente asettiche ed uguali l’una con l’altra, denotando quello che è un vero e proprio cancro della nostra scena, ovvero l’eccessiva attenzione prestata all’aspetto musicale dimenticando completamente il ruolo del vocalist, cui viene richiesto semplicemente di contribuire ai brani con vocalizzi pieni di enfasi, imitando i soliti Tate e LaBrie. Il risultato è un prodotto riuscito solo in parte, tristemente simile a centinaia di uscite del settore. Aspettiamo il prossimo capitolo del concept.