
7.0
- Band: TNT
- Durata: 00:42:05
- Disponibile dal: 21/01/2011
- Etichetta:
- Metal Heaven
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I TNT sono giunti al terzo capitolo del nuovo percorso artistico intrapreso nel 2007 dopo la dipartita dello storico cantante statunitense Tony Harnell. La maggioranza dei fan non ha apprezzato la svolta stilistica avviata con "The New Territory" e "Atlantis", due album penalizzati da un songwriting mediocre che ha bruscamente variato le coordinate verso un banale pop rock da supermercato. Fortunatamente con "A Farewell To Arms" assistiamo ad un parziale recupero delle sonorità hard, mantenendo comunque in primo piano le melodie che da sempre hanno contraddistinto la proposta della band. Pur presentando alcuni episodi discutibili come la ridondante "Someone Else", l’esercizio di stile chitarristico fine a se stesso "Signature On A Demon’s Self Portrait" e la melensa "God Natt, Marie", la band scandinava ha coniato in fase di scrittura una manciata di brani freschi e, in un paio di casi, davvero ben riusciti. Ci riferiamo a "Refugee" e alla title track, capaci di richiamare le atmosfere scintillanti del migliore class metal, grazie ai riff al fulmicotone di Ronni Le Tekrø (uno dei chitarristi più abili e sottovalutati dell’hard rock) e ai suoi funambolici assolo. "Engine" al contrario è il brano più pesante e moderno del disco, incentrato su un bel riff roccioso ed impreziosito in fase solista da una performance atipica, mentre "Ship In The Night" e "Don’t Misunderstand Me" sono due brani molto accattivanti, dotati di un chorus immediato che le candida a potenziali hit singles. Tony Mills (ex leader degli Shy, AOR band britannica che si è guadagnata una discreta fama negli anni ’80) – dotato di un’ugola più morbida e meno squillante del suo illustre predecessore – è autore di una performance positiva che sigilla il rientro in campo di una delle band storiche dell’hard rock melodico europeo.