7.0
- Band: TO KILL
- Durata: 00:30:26
- Disponibile dal: /08/2010
- Etichetta:
- Let It Burn
I To Kill giungono alla fine. In maniera imprevista ed inaspettata, visto lo status che la band ormai stava raggiungendo e/o aveva raggiunto anche in Europa, ma col senno di poi pure seguendo una logica ed una coerenza che non fanno una piega con l’attitudine integerrima e straight-edge che negli anni l’hanno resa una formazione fra le più rispettate nella scena. Il suono di Josh e compagni, infatti, stava cambiando in maniera piuttosto decisa, impregnatosi di melodia e spiragli solari come rifulge in questo ultimo, elaborato parto intitolato “Antarctica”. L’hardcore puro degli esordi e la versione metallizzata del penultimo, ottimo “When Blood Turns Into Stone”, in questa sede si sono tramutati in un mosh-core leggermente dispersonalizzatosi e – diciamolo pure – già udito negli ultimi anni. La band romana è sempre la stessa, attenzione, non stiamo scrivendo di svolta radicale o cambio totale di genere…ma se i ragazzi hanno deciso di sciogliersi all’indomani di questa pubblicazione, è evidente che sentivano qualcosa di mutevole in arrivo, in grado di far storcere il naso ai fan oltranzisti e, probabilmente, anche agli stessi To Kill. E quindi – rimanendo nel campo delle ipotesi – ecco la scelta dello split-up. Ma “Antarctica”, in definitiva, cos’è? Un ottimo disco di mosh-core aggressivo e melodico, prodotto alla grande, suonato con mostruosa perizia tecnica e gran gusto compositivo dal quintetto nostrano, che lascia un epitaffio degno della sua fama. Gran rasoiate hardcore, hook melodici, assolini piazzati random, ritmiche telluriche, groove da pogo assassino, riffing che divaga anche in reami di svedese ispirazione, gang vocals potenti, il cantato di Josh a declamare testi mai così profondi e personali e mai forse così poco schierati, un’ospitata di lusso come quella di Greg Bennick, ex-vocalist dei Trial e ora tante altre cose nella vita, addirittura accenni di clean vocals. C’è tutto questo nella mezzora di “Antarctica”, un album che, pur trattando solo di hardcore metallizzato, si porta dietro un’epicità tutta sua, sia per il contesto in cui è stato realizzato, sia per il mood che riesce a sprigionare, sia per il bellissimo artwork glaciale che lo contraddistingue. In quegli iceberg si riesce a percepire tutta la libertà, l’imponenza e la tristezza della scelta compiuta dai To Kill. Che ci salutano lasciandoci un po’ d’amaro in bocca, una scarica finale d’adrenalina ed un grosso vuoto nella scena hardcore italiana e continentale.