7.5
- Band: TO THE GRAVE
- Durata: 00:32:08
- Disponibile dal: 30/08/2024
- Etichetta:
- Unique Leader
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È passato poco più di un anno da “Director’s Cut”, ma i To The Grave hanno evidentemente rabbia in eccesso, come testimonia il loro deathcore barbaro e iperviolento, che incanala forzatamente verso il dibattito veg/animalista con un titolo e un artwork di copertina molto esplicito in cui fanciulli insanguinati banchettano su una pila di cadaveri animali.
Titoli come “DxE Or Die” (Direct Action Everywhere è una rete globale di attivisti per i diritti animali), “A Body For A Body”, “Burn Your Local Butcher” e “Vegan Day Of Violence” incitano al classico “firestorm to purify” dei progenitori Earth Crisis, con misantropia e disgusto prettamente deathcore.
Si prosegue direttamente il discorso interrotto nel disco precedente, con brani che inaspriscono la formula classica dei Suicide Silence e giocano con influenze death metal, slam ed hardcore, restando intorno ai tre minuti di durata. Una ricetta abbastanza formulaica non si può negare, che però rimane divertente per l’urgenza che gli australiani riescono a trasmettere, per la facilità con cui si alternano le varie influenze e, soprattutto, per il contributo del vocalist Dane Evans. Costantemente sotto i riflettori grazie ad un mix attento e ad una band che concede parecchi spazi, Evans si contorce nel disgustoso repertorio deathcore confermandosi l’MVP della formazione, sottolineando ogni passaggio con estrema brutalità e caricando la propria insofferenza all’estremo, senza però scadere in esagerazioni circensi come certi colleghi.
La band riserva qualche variazione alla seconda parte del disco, in cui l’attivista Sophie Wilcher diventa cantante prestando un contrasto con le melodie vocali di “Eight Four One Six”, ma anche con “Dead Wrong”, brano in cui la band sbanda totalmente verso il death metal figlio di Dying Fetus e Thy Art Is Murder.
Tracce particolarmente frenetiche e creative come “DxE Or Die”, “Made In Aus” e “Vegan Day Of Violence” non possono che confermare lo stato di forma degli australiani, che bissano quanto di buono proposto nello scorso anno e faranno la felicità di cerca sangue, convinzione ed un messaggio dietro la musica.
Forse ilvegan deathcore dei To The Grave è arrivato ai confini dei propri limiti intrinseci, vista la mancata evoluzione dal disco precedente, ma l’intensità è sicuramente la medesima, e questa è senza dubbio sopra la media.