7.0
- Band: TOL MORWEN
- Durata: 01:03:41
- Disponibile dal: 15/10/2025
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Il fascino della mitologia scandinava resta una costante della variegata scena folk e viking metal che sopravvive al passare dei lustri, e i Tol Morwen lo dimostrano ampiamente con il loro debut “At The Gates Of Valhalla”.
I modenesi, fautori infatti di un folk/death melodico che può tranquillamente ricordare epigoni come Eluveitie e Amon Amarth, non fanno affatto mistero delle loro passioni sin dal titolo e dalla copertina del disco: per quanto una produzione simile possa sembrare fuori tempo massimo, in realtà c’è una piccola scena che resiste (specialmente nel Nord Italia), e i nostri portano il loro contributo prendendo spunto anche da Dark Tranquillity ed In Flames, come si sente chiaramente nell’iniziale “Fate Of Gods”, il cui impianto death melodico con lo sguardo rivolto a Goteborg risulta arricchito da cori ed orchestrazioni che invece, al tempo stesso, ci ricordano il periodo più felice dei vichinghi di Stoccolma.
Qua e là, la sezione ritmica si addentra anche in momenti più cupi e rilassati, come l’ottimo assolo a metà di “Ragnar”: se c’è una cosa che salta subito all’orecchio dell’ascoltatore, è che ci troviamo di fronte a musicisti navigati come appunto la chitarra solista di Andrea ‘Bjorn’ Valentini.
Sebbene l’intento sia chiaramente quello di creare dei brani killer e scorrevoli uno dietro l’altro, il minutaggio rischia un po’ di scoraggiare l’ascoltatore, come succede in “Shieldmaiden”, una quasi-mezza-suite con molti momenti che passano dalle cavalcate più death melodiche a pezzi di violino, con la voce di Salvo ‘Dökk’ Mulè che passa da toni cupi e drammatici a narrazioni bardiche.
La scelta poi di ripubblicare canzoni che erano già nel precedente EP “Rise Of The Fury” ci permette però di apprezzare “Unchained”, sicuramente il brano più interessante del lotto, con un riff e un ritornello che difficilmente ci si schiodano dalla testa; mentre un altro dei pezzi più riusciti è “To Slay The Traitor King”, che proprio sulla falsariga del brano appena citato si colloca in una corrente più ispirata dagli In Flames e vede il contributo di Eric Dallari alla cornamusa.
L’alternanza fra la voce di Mulè e quella di Claudia ‘Mira’ Gigante crea poi delle atmosfere pur sempre vicine al death metal degli Amon Amarth, ma in qualche modo abbastanza personali da non risultare ‘già sentite’, specialmente nella finale “O Ghostly Fires”, dedicata alla locale leggenda dei fuochi di Barigazzo.
In conclusione, ai Tol Morwen va sicuramente il merito di provare più volte a uscire dagli schemi pur rimanendo ancorati a un genere ben preciso quale è il death/folk metal delle band più volte citate, ma “At The Gates Of Valhalla” pecca un po’ di minutaggio e di brani che alla lunga sembrano non avere un filo logico fra loro.
Nonostante questo, più di una canzone è degna di nota, si sente molto bene che disco è suonato da professionisti e, soprattutto, che è stato prodotto e mixato con cura: motivi per cui crediamo che i modenesi vadano tenuti d’occhio se si apprezzano questo tipo di tematiche e sonorità.
