7.0
- Band: TOMB MOLD
- Durata: 00:13:14
- Disponibile dal: 10/06/2022
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Dopo numerose ristampe del loro ultimo album – l’apprezzatissimo “Planetary Clairvoyance” – e una pausa da covid che ha dato modo al chitarrista Derrick Vella di avviare il suo progetto death-doom Dream Unending, i Tomb Mold tornano tra noi con un succoso EP che dovrebbe fungere da antipasto in vista dell’arrivo di un nuovo full-length. “Aperture of Body” non sembra presagire alcun vero cambio stilistico per i death metaller canadesi, ma, al tempo stesso, le tre tracce proposte vedono il gruppo spostare le coordinate del proprio sound verso qualcosa di ancora più ricercato, provando a rileggere quel classico death metal di matrice finnica influenzato da Demilich, Demigod e Adramelech con ulteriore attenzione per dettagli e finezze. Da tempo gli ingredienti della proposta dei Tomb Mold vengono dosati con maestria e indiscutibile gusto estetico, ma su “Aperture of Body”, superato l’intro ambient “Final Assembly of Light”, è indubbio come il quartetto abbia osato qualcosina in più a livello di assoli e di atmosfera, con Vella impegnato in numerose sortite da solista tanto nella title-track quanto nella conclusiva “Prestige of Rebirth”. Quest’ultima, inoltre, colpisce anche per la sua struttura particolarmente ricca: nell’incipit non viene meno la tipica propensione verso impalcature ritmiche dall’impatto poderoso e riff tanto ingegnosi quanto orecchiabili, ma il finale del brano si fa invece segnalare per le sue sfumature malinconiche, con arpeggi e dilatazioni oniriche che inequivocabilmente richiamano l’esperienza Dream Unending. Questo rinnovato senso armonico fa dell’EP un’altra piccola pietra miliare nel repertorio dei Tomb Mold, a cui bastano una dozzina di minuti per dimostrare come la loro forma di death metal sia ben lontano dall’esaurire ispirazione e argomenti.