
7.0
- Band: TOMBS
- Durata: 00:34:47
- Disponibile dal: 28/02/2020
- Etichetta:
- Season Of Mist
- Distributore: Audioglobe
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‘Squadra che vince non si cambia’ evidentemente non è un detto caro a Mike Hill, il quale ha più volte cambiato formazione e casa discografica per i suoi Tombs dal 2007 ad oggi. “Monarchy of Shadows” inaugura un nuovo contratto con la Season Of Mist dopo appena un album su Metal Blade Records e, per l’occasione, il cantante/chitarrista di Brooklyn, New York, si circonda pure di nuovi elementi, tutti provenienti dai death metaller Kalopsia. Quando si cambia spesso e si è tutto fuorché saldamente ancorati ad una ipotetica comfort zone, il rischio è quello di risultare un po’ incoerenti e sfilacciati, ma ciò non è il caso di Hill, che con questo nuovo EP riesce a grandi linee a portare avanti il discorso avviato con il precedente album, “The Grand Annihilation”, spingendo ulteriormente il suono verso una impavida commistione di extreme metal e dark rock. Senza mai davvero rinunciare ad una componente ambigua e sperimentale, negli anni la proposta dei Tombs si è fatta sempre più serrata e metallica, e il materiale contenuto in questo lavoro non interrompe tale trend, andando ad abbinare spunti mai così veloci e in odore di black metal con aperture tenebrose che richiamano un mood gotico e che talvolta riescono persino ad architettare spunti orecchiabili. In termini di inasprimento del sound, “Monarchy…” non indugia affatto e lo dimostrano l’attacco di “Once Falls the Guillotine” o il bizzarro breakdown nel mezzo di “Necro Alchemy”, quest’ultimo per la verità un po’ fine a se stesso. Gli episodi più affascinanti sono quelli in cui le due anime vengono mixate con maggiore eleganza e misura e dove l’onirismo contemplativo tipico di certe vecchie uscite ha modo di ripresentarsi a regolari intervalli, fondendosi con le vigorose partiture black-death. La title track, ad esempio, vede la band costruire chirurgicamente trame modellate sulla sua classica personalità e al tempo spesso inglobare influenze che vanno dai Nachtmystium agli amici Ultha, per un risultato dinamico e ispirato. Da queste basi i nuovi Tombs potrebbero ambire a ulteriori sperimentazioni e a esiti di alto livello.
In definitiva, non c’era bisogno di nessuna vera conferma, ma “Monarchy of Shadows” indubbiamente lo è: davanti a noi abbiamo una formazione che continua a ideare in autonomia un proprio stile e un proprio percorso, e che non ha ancora terminato l’elenco delle cose che ha da dire e da suonare.