6.5
- Band: TONS , VISCERA///
- Durata: 00:32:01
- Disponibile dal: 28/02/2024
- Etichetta:
- Subsound Records
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Negli anni ’90 il singolo possedeva la stessa dignità di un disco intero, uno spazio temporalmente limitato che permetteva all’artista di sperimentare, disseminare gemme da recuperare in seguito in qualche raccolta, condividere. E’ un dato di fatto, ad esempio, che gli EP di molte band britpop (una delle scene, insieme all’hardcore, dove questo formato imperava) – Oasis e Charlatans in testa – siano di gran lunga più interessanti dei rispettivi full-length.
Il decimo volume della Split Series edita da Subsound Records accosta due band già avvezze alle collaborazioni: da una parte troviamo i Tons, poderosa compagine stoner sludge torinese, in passato autrice di lavori in condivisione con Lento e Bongzilla, dall’altra i Viscera/// di Cremona, una miriade di singoli ed EP a metà con Orthodox, Gazers ed Abaton. L’intento delle Split Series rimane quello di mettere a confronto diverse sfumature dell’estremo, in un menù sempre stuzzicante (si sono cimentati nell’impresa Ottone Pesante, Morkobot ed Infection Code, come pure artisti più trasversali quali Uoki Toki, Massimo Pupillo e Melissa Van Basten).
Giunta alla decima uscita, questa collana abbraccia pregi e difetti del formato, con i Tons che mettono al servizio un singolo formidabile, “Rime Of The Modern Grower”, sette minuti di riff granitici dal sapore southern tra Eyehategod e Melvins guidati da uno scream che lambisce territori black metal, una versione di “Milk It” dei Nirvana che all’acidità di “In Utero” contrappone il tono muscolare di uno sludge slabbrato e una divertente ma tutto sommato dimenticabile versione rockabilly/surf di “Board Of The Unlighter” (da “Filthy Flowers Of Doom” del 2018).
Anche i Viscera/// presentano un programma altalenante, e per una volta vengono sorpresi a cincischiare con una lunga introduzione drone, “House Of Soul Surgery”, che sarebbe probabilmente sensata su disco ma qui invece risulta piuttosto ingombrante, con lo scarso minutaggio a disposizione. Per fortuna la band si riprende subito e aggiunge due nuove buone canzoni al suo repertorio, “Celebrate Death”, una melodia orecchiabile immersa in umori acid rock (chi scrive per qualche secondo ha pensato ai Sun Dial di Gary Ramon) e “Mystical Cherry Bomb”, che invece ondeggia in uno shoegaze concepito come piacerebbe ai giapponesi Boris. Le sorprese tuttavia finiscono qui, perchè l’estemporaneo epilogo noise “Turmoil” ha il sapore di un riempitivo.
In ogni caso, lo split permette all’ascoltatore di passare una mezzora in buona compagnia, tra pezzi godibili e qualche episodio che è giusto lasciare confinato a questi formati. Simpatica, infine, la copertina cinefila, che questa volta omaggia i Ghostbusters.