7.5
- Band: TONY MARTIN
- Durata: 00:49:11
- Disponibile dal: 14/01/2022
- Etichetta:
- Battlegod Prod.
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Tony Martin rientra di diritto in quella categoria di artisti che, per un motivo o per un altro, non sono mai riusciti a raccogliere davvero quanto avrebbero meritato. Questo stratosferico cantante, ad esempio, ha avuto sì la fortuna di essere scelto come frontman alla corte dei Black Sabbath, eppure al tempo stesso ha sempre dovuto faticare per trovare la sua strada. Album bellissimi come “Headless Cross”, “Tyr” o “The Eternal Idol” non furono apprezzati pienamente al momento della loro uscita, per essere poi (giustamente) rivalutati solo in seguito. Una volta terminata l’esperienza con Iommi, Tony ha poi portato avanti una sua carriera con uscite centellinate ma di qualità, ora come ospite (Giuntini Project, The Cage), ora come solista con gli album “Back Where I Belong” e “Scream”. Anche in questi casi, pur ottenendo numerosi consensi, il cantante non è riuscito ad ottenere il giusto riconoscimento, tanto che chi vi scrive, ad esempio, ricorda bene una data del tour di “Scream” in un live pub/pizzeria della provincia di Como, con il cantante a mitragliare una scaletta da infarto e le cameriere a scivolare tra i tavoli con piatti ancora fumanti e boccali di birra. Concerto eccezionale, ma non proprio all’altezza della caratura del personaggio, ecco. Quando ci siamo trovati tra le mani questo nuovo “Thorns”, dunque, avvilito da una delle copertine più amatoriali degli ultimi cinque anni, abbiamo temuto il peggio: un altro grande personaggio ridotto a pubblicare album mediocri vivendo solo dei ricordi di un passato che non può tornare? E invece Tony Martin ci ha stupito, confezionando un signor disco che, pur non potendo contare su budget faraonici, ci riconsegna un cantante ed un artista in piena forma, ispirato e desideroso di dimostrare ancora una volta il suo valore.
Il primo passo importante per questo ritorno è stato il mettere in piedi una line-up di tutto rispetto: alla batteria, infatti, troviamo Danny Needham (Venom), mentre le parti di basso vengono divise da altri due volti noti, Magnus Rosen (HammerFall) e Greg Smith (Alice Cooper, Blue Oyster Cult, Rainbow). Come braccio destro e co-autore, invece, Tony ha puntato su un nome nuovo, quello di Scott McClellan, chitarrista solido e convincente. Una volta trovata la giusta squadra, Tony Martin si è quindi messo all’opera, dando vita ad un lavoro vario e sfaccettato, perfettamente coerente con il percorso artistico del cantante e al tempo stesso non troppo derivativo nei confronti della scrittura di Tony Iommi. “Thorns” si apre con un brano roccioso e aggressivo, “As The World Burns”, ma le vere sorprese si svelano canzone dopo canzone: “Black Widow Angel” flette i muscoli con chitarre wyldiane, mentre “Book Of Shadows” gioca la carta dell’epica oscura, con tanto di cori gregoriani ed atmosfere cupe. A sparigliare le carte arriva poi “Crying Wolf”, brano acustico dalle marcate influenze gitane, mentre “Damned By You” si apre con Tony Martin al violino per poi lasciare spazio alla chitarra infuocata di McClellan. Nella seconda metà dell’album si percepisce qualche momento di stanchezza, con un paio di brani piuttosto anonimi (“Passion Killer” e “Nowhere To Fly”), ma la chiusura è ancora di alto livello. Dopo un secondo episodio acustico, “This Is Your Damnation”, arriva infatti l’ottima titletrack, un brano cangiante, che parte come una ballad per esplodere in un crescendo epico e si conclude con un eccezionale duetto tra Tony Martin e Pamela Moore, la Sister Mary di “Operation: Mindcrime”.
Un graditissimo ritorno, quindi, che magari non riuscirà ad eguagliare i capolavori di Martin registrati con i Black Sabbath, ma che certamente ha le potenziali per fare breccia in tutti coloro che hanno amato i vari capitoli della sua storia musicale. Sono anni che si vocifera di una possibile nuova collaborazione tra il cantante e Iommi e la cosa ci farebbe immensamente piacere, ma per il momento gustiamoci questo ritorno in veste solista, ne vale davvero la pena.