8.0
- Band: TORCHE
- Durata: 00:38:11
- Disponibile dal: 24/02/2015
- Etichetta:
- Relapse Records
- Distributore: Audioglobe
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Nel mondo della musica e nel metal in particolare, da sempre ci sono band destinate a dividere il pubblico, da un lato abbiamo una frangia di ascoltatori puristi che vedono elementi come l’innovazione, le melodie di facile presa, i suoni brillanti come autentico fumo negli occhi, tacciando una band di non essere nemmeno metal (nell’accezione più negativa e dispregiativa della cosa) qualora un gruppo non vada alla ricerca di sonorità introverse, alienanti e anti-commerciali in tutto e per tutto. Dall’altra parte abbiamo invece una massa più o meno sconfinata di pubblico che non ha tempo, e forse nemmeno voglia, di sporcarsi i timpani con musica difficile, incomprensibile e che richieda più di un ascolto per essere assimilata ed apprezzata. In questa eterna lotta tra il bene e il male, dove non ci saranno mai un vero vincitore e un vinto, talvolta se ne escono gruppi che provano a piazzarsi nel mezzo, prendendo spunto sia da un genere mainstream che da un genere underground, ed è questo il caso dei bravissimi americani Torche che con “Restarter” raggiungono il traguardo del quarto full length (il primo sotto Relapse) compiendo un salto di qualità piuttosto notevole, rispetto al precedente lavoro in studio “Harmonicraft” (2012). Quello di cui sono capaci di fare i Nostri, oggi, è di unire in maniera pressoché indissolubile e soprattutto credibile stoner rock/sludge/doom con melodie di facile assimilazione tipiche di certo grunge anni ’90. Qualche amante delle definizioni e dei “nuovi” generi (o presunti tali), ha persino parlato di “doom pop”, una definizione quantomeno discutibile sotto un certo punto di vista, ma nemmeno così lontana dalla realtà alla fine dei conti. Perché da un lato troviamo riff giganteschi, trascinanti, luridamente incalzanti e con richiami a quanto di buono fatto da gruppi come Electric Wizard e Melvins prima, Kylesa e Red Fang poi. Dall’altra parte invece troveremo delle atmosfere e delle melodie catchy e orecchiabili, per nulla lontane a quanto di bello fatto da band come Alice in Chains, Smashing Pumpkins e talvolta persino Nirvana, il tutto legato con una cura e un gusto melodico davvero sopraffini. In tutto questo, crediamo sia giusto chiarire che quando parliamo del sound dei Torche del 2015 stiamo alludendo a qualcosa di definito, personale e, sebbene i Nostri abbiamo numerose influenze, parliamo sempre di richiami, ispirazioni e reinterpretazioni, mai di snervanti scopiazzature. Una menzione particolare, poi, la meritano i suoni che ci viene da definire molto vicini alla perfezione: iper-compressi, caldi bollenti, ipnotici e ricchissimi di effetti e feed spaziali. “Restarter” ha un suono che rimane incollato sin da subito ai timpani anche dell’ascoltatore più occasionale di queste sonorità (e anche del metal in generale) grazie alle sue melodie assimilabili abbastanza facilmente, sprigionando comunque un vortice di potenza istantanea. Un disco paraculo sotto un certo punto di vista, ma credibile in tutto e per tutto, che riesce, a parere di chi scrive, a colpire nel segno meglio di quanto abbiano fatto i Mastodon nelle loro ultime release.