7.5
- Band: TORMENTED
- Durata: 00:24:57
- Disponibile dal: 28/02/2012
- Etichetta:
- War Anthem Records
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Che gli svedesi Tormented avessero talento da vendere era già chiaro sin dalla pubblicazione del portentoso esordio “Rotten Death” nel 2009; questo EP intitolato “Graveyard Lust” non fa altro che propugnare una superiorità imbarazzante degli svedesi nei confronti di altre realtà alle prese con il death metal vecchia scuola. Sebbene molti nomi della scena siano più che validi, la band guidata da Andreas Axelsson (ribattezzato Dread) risulta probabilmente la più compatta ed anche la più personale, unendo alle classiche strutture dello swedish death un certo gusto classico e darkeggiante mutuato direttamente dai Mercyful Fate, che rende il loro sound estremamente più godibile e stratificato della media delle uscite oggi in circolazione. Aggiungiamo poi che questo EP è composto da sei brani inediti e la durata si attesta intorno ai 25 minuti, quindi l’occasione è più che ghiotta per chiunque voglia ascoltare del nuovo materiale della band. Materiale che non tradisce in alcun modo le aspettative, come risulta chiaro sin dall’iniziale title track, introdotta da un arpeggio luciferino subito doppiato da chitarre crunchy e da una sezione ritmica tanto precisa nel dettare i tempi quanto sporca a livello di suono. Il brano evolve poi in una sorta di rivisitazione degli Entombed di “Wolverine Blues” in chiave maggiormente old school, senza dimenticare appunto quel mood darkeggiante che ammanta tutte le composizioni degli svedesi. A seguire troviamo “Revel In Blood”, lungo la quale la band alza il tiro e ci sputa in faccia quattro minuti di swedish death molto tirato e sporchissimo. A fare da contraltare al massacro appena perpetrato troviamo la maggiormente controllata “Slowly Twisted In Death”, che gioca sull’alternanza tra tempi medio lenti e sfuriate ritmiche ignorantissime. Dopo la canonica “Sacrifice The Dead – che comunque non fa prigionieri – ecco giungere la composita “Sick In The Dead”, che si segnala anche per delle pregevoli parti soliste ad opera delle asce di Claes Holmberg e di Dread, autore anche come suo solito di una performance vocale straordinaria per marciume e senso di soffocamento generato. In chiusura, la grezza “Horror Of The Daceless Dead” ci congeda da un lavoro sincero, genuino ed estremamente convincente e ci riconsegna una band tra le migliori in circolazione per ciò che concerne lo swedish death metal propriamente inteso. Ora attendiamo con trepidazione un full length, dato che questo pur ottimo “Graveyard Lust” non potrà placare la nostra sete di sangue molto a lungo.