7.5
- Band: TORMENTED
- Durata: 00:33:01
- Disponibile dal: 18/07/2011
- Etichetta:
- Listenable Records
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
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Bravissima la Listenable a ripubblicare l’eccellente esordio degli svedesi Tormented, ovverosia quel “Rotten Death” uscito un paio di anni orsono tramite Iron Fist Records e divenuto subito un oggetto di culto di difficile reperibilità. L’etichetta transalpina riproporrà il lavoro sia in digipack deluxe edition in CD che in vinile. Non vi saranno bonus track, ma all’artwork, inizialmente in uno splendido bianco e nero molto underground, è stata data una mano di rosso sangue che mantiene intatto il fascino dell’illustrazione. Venendo alla band, i vari membri che la compongono vantano esperienze importanti: soprattutto Robert Karlsson e Andreas Axelsson sono stati membri di Marduk, Scar Symmetry, Pan.Thy.Monium, Devian e soprattutto Edge Of Sanity. La musica contenuta in “Rotten Death” è un death metal svedese old school che, se per forza di cose è costretto a fare i conti con tutti i cliché del genere, d’altro canto risulta essere ispiratissimo e molto personale. Dei nove brani presenti nel lavoro ce ne sono giusto un paio leggermente sotto la media qualitativa autoimpostasi dalla band, ovverosia “Drowning In Decayed Flesh” e “Reversed Funeral”; la prima è comunque una traccia di buon death svedese con contaminazioni floridiane e black, mentre la seconda risulta a tratti un po’ confusionaria per colpire nel segno. I rimanenti brani però sono decisamente ben riusciti e si va dall’eccellenza assoluta di “Death Owns The Night”, orrorifica e “melodica” al punto giusto, all’ignoranza epocale di “Blood Of The Undead”, che colpisce grazie al suo evidentissimo retaggio hardcore punk! In mezzo vi sono riferimenti alla NWOBHM più oscura, nonché all’accoppiata Venom / Motorhead, citati in “Vengeance From Beyond The Grave”, senza dimenticare l’impatto devastante dei momenti più tipicamente death riscontrabile in “Rotten Death” e “Burning Torment”. In definitiva è tutto l’album a convincere, in virtù di un songwriting che con un ossimoro potremmo definire maturamente ignorante e di un talento che magari non è cristallino, ma figlio della totale abnegazione dei nostri e della loro profonda dedizione alla causa. Di dischi così dovrebbero uscirne molti di più, per il bene della scena ed alla faccia di qualsivoglia espediente evoluzionistico!