7.5
- Band: TOUCHÈ AMORÈ
- Durata: 00:36:00
- Disponibile dal: 09/10/2020
- Etichetta:
- Epitaph
- Distributore: Self
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L’uscita di questo “Lament”, quinto full-length dei Touché Amoré, è stata accompagnata da una curiosità spasmodica per la decisione della band di lavorare con il famoso produttore Ross Robinson, responsabile di alcuni dei dischi più controversi dell’universo rock e metal degli ultimi tre decenni. A differenza di altre formazioni uscite completamente stravolte dalla “cura Robinson”, il gruppo post hardcore californiano ha tuttavia mantenuto intatta la sua natura, tanto che “Lament” si presenta come un logico successore dell’apprezzatissimo “Stage Four”. Già con il disco del 2016, la band guidata dal frontman Jeremy Bolm aveva svoltato verso una scrittura più essenziale, puntando sulla densità emotiva di brani che sembravano registrati senza troppi indugi, senza mai sottrarsi alla melodia e abbracciando una volta per tutte una pronunciata orecchiabilità. Il nuovo lavoro continua su questa linea, affidandosi a una produzione più ‘live’, ma evitando nuovamente qualsiasi sovrastruttura che possa appesantire la dolce cupezza del mood di canzoni che scorrono vivaci e con estrema linearità. La voce di Bolm, ormai regolarmente in bilico fra urla e spoken word, è il traino delle composizioni e la base da cui prendono vita le atmosfere e i cambi di registro musicali. Il frontman è più che mai al centro del progetto ed è quindi inevitabile, come già accaduto in precedenza, che l’ombra della morte della madre si presenti puntualmente a scuotere i suoi demoni, portandolo a relazionare il tema della vita e della morte in alcune delle liriche e delle riflessioni racchiuse all’interno di un contesto più generale che suona qualitativamente piuttosto omogeneo. Questa componente malinconica, se non drammatica a tratti, ha spesso consentito al gruppo di non risultare troppo lezioso o stucchevole – rischio che si corre all’ascolto di ‘concorrenti’ meno dotati – e “Lament” non fa eccezione, trovando il solito funzionale compromesso fra emotività e ruvidezza. I Touché Amoré sembrano avere trovato la loro dimensione più congeniale e ci regalano una prova particolarmente compatta: ascolto dopo ascolto, l’impressione è quella di essere al cospetto di un disco al quale mancano forse quelle hit immediate che il suo predecessore poteva vantare, ma che, al tempo stesso, riesce comunque a catturare l’attenzione e a farsi ascoltare piacevolmente. Potrebbe dimostrarsi ideale per certe passeggiate o serate autunnali, quando la luce si ostina ancora a lottare con il freddo in arrivo.