8.0
- Band: TOXIC HOLOCAUST
- Durata: 00:30:07
- Disponibile dal: 15/10/2013
- Etichetta:
- Relapse Records
- Distributore: Audioglobe
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Ed eccolo qua il nuovo disco dei Toxic Holocaust, la solita, veloce scarica d’adrenalina come solo un disco di thrash metal old-school può dare. Esauriamo brevemente i compiti del recensore precisino: “Chemistry Of Consciousness” arriva a due anni di distanza dall’ottimo “Conjure And Command”, è inoltre il quinto album del gruppo che lo scorso anno ha pubblicato anche un disco compilation che ripercorre la loro carriera, oramai giunta al quattordicesimo anno di attività. Ok, e adesso proviamo a trasmettervi con l’ausilio della scrittura, per noi, e della lettura, per voi, un minimo della carica che questa mezz’ora di thrash metal sprigiona. Al solito si tratta di brevi canzoni, due minuti o poco più in cui ogni brano è costruito artatamente con lo scopo di scatenare headbanging, coinvolgendo l’audience nel più sfrenato modo di godere la musica, spintonandosi, muovendosi in maniera sgraziata, convulsa, corrucciando inoltre il viso con i lineamenti più brutti possibili. Il duetto formato da “Awaken The Serpent” e “Silence” apre il disco all’insegna delle due facce del gruppo: veloce e rapida la prima traccia, più lenta e carica di groove la seconda. Si ha giusto il tempo di apprezzare la solita granitica produzione, un’esaltazione del lavoro di chitarra, del suono di una vecchia batteria, molto live, e del solito timbro vocale, un latrato ancora più filtrato del solito che marchia all’insegna del nero ogni brano dei Toxic Holocaust. Detto ciò, arrivano i brani piatto forte: “Rat Eater” è uno dei pezzi dell’anno del thrash metal, roba per palati fini, la “Bitch” del precedente album “Conjure And Command”. Un continuo saliscendi ritmico questa canzone, per un crescendo che deborda nel finale, complice un ispirato solo di chitarra. Un album di mezz’ora di questa intensità si memorizza in un battibaleno, inutile quindi scendere nel dettaglio di tutti i brani. Quelli che proprio si sono ritagliati un posto nella nostra testa, e dalla quale difficilmente usciranno nel breve termine, sono “Out Of The Fire”, traccia dal sapore rock ‘n’ roll con il suono grezzo made in Portland però, roba dall’impatto devastante, e il groove di “Acid Fuzz” (brano per il quale è stato girato un video molto divertente), vero e proprio antidoto all’immobilità fisica, la rapidissima e serrata “I Serve”, una sorta di inno alla morte fino ad arrivare a “International Conspiracy”, altra dimostrazione di perfetta alchimia groove/rock ‘n’ roll. Ma come già scritto tutti i brani sono meritevoli; questo “Chemistry Of Consciousness”, ornato da una copertina che espone a rischio daltonismo, relega i Toxic Holocaust a band oramai oltre il culto. Album così fanno solo il bene di questo genere, e finiscono direttamente nelle classifiche dei migliori lavori usciti nel 2013.