6.0
- Band: TRANS-SIBERIAN ORCHESTRA
- Durata: 01:12:59
- Disponibile dal: 21/12/2010
- Etichetta:
- BMG
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Anniversario in casa Trans-Siberian Orchestra, che proprio nel 2000 (dieci anni or sono) pubblicarono “Beethoven’s Last Night”, rock opera incentrata per la prima volta nella storia della band su tematiche non-natalizie. Il progetto Trans-Siberian Orchestra infatti nacque nel ’93 dalla mente illuminata del produttore e compositore Paul O’Neill (Aerosmith, AC/DC, Def Leppard, Savatage), con il fondamentale apporto del collega Robert Kinkel (The Who, Aerosmith, Genesis, Savatage), nonché dei musicisti Jon Oliva e Al Pitrelli (Savatage), con l’intento di dar vita ad un progetto che unisse il rock e l’hard rock con la musica classica, sinfonica e orchestrale. I primi due episodi della band americana furono come anticipato poc’anzi, ispirati al Natale e riscossero subito grande successo soprattutto in patria, mentre “Beethoven’s Last Night” fu il primo disco in cui la band si cimentò in un concept lirico differente incentrato su un’avvincente storia fantastica che vede come protagonista il noto compositore e pianista tedesco di cui sopra alle prese con l’ultima notte della sua vita. L’opera coinvolse svariati musicisti della scena heavy metal e hard rock, quali il già citato Jon Oliva e Zak Stevens (ex Savatage, Circle II Circle) alla voce, Chris Caffery (Savatage), Al Pitrelli e Alex Skolnick (Testament) alla chitarra, Johnny Lee Middleton (Savatage) al basso. Tutto molto Savatage, come si suol dire, e non potrebbe essere altrimenti visti i trascorsi del leader O’Neill, che anche nel songwriting si aggrappò più volte all’influenza della band americana allorché si trovò al cospetto di canzoni dal retrogusto hard rock sinfonico quali “What Good This Deafness” o “A Last Illusion”. Altrove il disco si distinse per una vocazione ben lontana dal mondo rock, con partiture che ripresero le sinfonie dei grandi maestri Beethoven (soprattutto), Mozart e Chopin. Tornando al presente, invece, è venuto il momento di parlare della ristampa di “Beethoven’s Last Night”, un’operazione del tutto commerciale che tuttavia può essere giustificata a scopo celebrativo e potrà soddisfare gli incuriositi che ignorarono l’uscita dieci anni fa. In verità l’artwork decisamente brutto e la mancanza di bonus tolgono un po’ di appetito, ma la validità dell’opera è di tale caratura da giustificare l’acquisto a chi non la conosce, ma apprezza questo tipo di sonorità.