8.0
- Band: TRAP THEM
- Durata: 00:32:00
- Disponibile dal: 09/23/2016
- Etichetta:
- Prosthetic Records
- Distributore: Audioglobe
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Con il nuovo “Crown Feral” lo sforzo – tutto fuorchè eccessivo, a dire il vero – che ci richiedono i Trap Them è quello di riportare le lancette del nostro orologio musicale al brutale “Darker Handcraft”, ma senza dimenticare certe solide basi poste dal più monolitico e riflessivo “Blissfucker”. Dopo avere dato piena libertà al chitarrista Brian Izzi per comporre quest’ultima fatica, per “Crown Feral” i Trap Them sono tornati ad operare come una vera band, entrando insieme in sala prove e componendo a più mani il nuovo materiale. Ciò ha portato ad un ritorno a strutture più snelle e ad una decisa sublimazione di quell’urgenza per cui gli statunitensi sono diventati celebri già a partire dai loro veri e propri esordi. A livello puramente stilistico, nel 2016 Izzi e soci quindi si guardano bene dal cambiare completamente le coordinate della proposta, continuando a modellare il loro sound soprattutto su istinti animaleschi che al solito richiamano tanto la scuola crust d-beat quanto il caro vecchio swedish death metal. Rispetto a “Blissfucker” sono appunto stati ridotti i midtempo e le derive maggiormente atmosferiche, tuttavia, come sempre, la band si dimostra capace di completare il proprio songwriting con una grande dose di personalità e il suo proverbiale ottimo gusto nell’inserire componenti più sibilline e riverberate, in modo da ottenere brani che abbiano sì un piacevole rimando al passato, ma che non si limitino ad essere semplici copie carbone fini a sé stesse. Ecco così che, partendo da Extreme Noise Terror o Entombed, si arriva a un metal-punk che sa essere sia pulsante e ruvido, sia dinamico e ambizioso. Del resto, nell’impronta aggressiva del materiale emerge sempre con puntualità la sorprendente facilità dei Nostri di piazzare – anche nei momenti più concitati – break inaspettati o melodie originali che emergono da lontano, tra lo sporco. Un qualcosa che solo dei compositori talentuosi possono permettersi e che risalta più che mai in una scena dominata da semplici picchiatori come quella in oggetto. Su “Crown Feral”, in sintesi, i Trap Them non inventano nulla di nuovo, ma ancora una volta ci ritroviamo fra le mani un album capace di mandare segnali di grande maturità ed efficacia: i ragazzi sanno dosare in modo perfetto gli elementi, hanno cura degli arrangiamenti e, grazie ad un brio e ad un’ispirazione degni di questo nome, riescono sempre ad ottenere un risultato finale avvincente e meritevole di complimenti. Troviamo sempre più difficile fare a meno di loro.