TRAVELER – Prequel To Madness

Pubblicato il 20/02/2024 da
voto
7.5
  • Band: TRAVELER
  • Durata: 00:38:28
  • Disponibile dal: 23/02/2024
  • Etichetta:
  • No Remorse Records

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La NWOTHM, fenomeno che va a riassumere nel suo acronimo la bella gioventù internazionale dedita a sonorità classic metal, si sta dimostrando un fenomeno meno effimero di quanto potessimo immaginare. Alcuni dei migliori esordienti di qualche anno addietro non si sono spenti dopo un folgorante primo album e proseguono a darci dentro, forti anche di segnali di risveglio diffusi su ambo i lati dell’Atlantico non solo quanto a operato dei musicisti, ma come seguito dei fan.
Si sta pur sempre parlando di un genere fortemente radicato nell’underground, eppure non è più qualcosa di circoscritto a un po’ di chiacchiericcio sparso tra pagine social e Bandcamp.
Questo preambolo ci serve a introdurre la terza fatica su lunga distanza dei canadesi Traveler, che appunto un primo disco di una certa rilevanza l’avevano sfornato – l’omonimo del 2019 – e ora approdano al terzo album cambiando poco le carte in tavola e immettendo la medesima carica, lo stesso entusiasmo e un songwriting altrettanto efficace dei predecessori.
C’è tutto un groviglio di influenze, in prevalenza datate, ad alimentare il discorso musicale dei cinque, che hanno addosso e trasmettono un genuino impeto; un qualcosa che da solo va ad arridere notevoli simpatie ai nordamericani, facendoci anche passare sopra a qualche piccola smagliatura nella scrittura dei pezzi.
I Traveler hanno un chiaro, lampante amore per i primi Iron Maiden, e non è infatti un caso che subito all’inizio di “Take The Wheel” salti fuori un’armonizzazione rubata di peso a “Iron Maiden” o “Killers”; cose che possono far sorridere, e che vanno bene se incastonate in una fucina di riff e assoli adrenalinici come quella dei ragazzi originari di Calgary.
Se da un lato non si rileva chissà quale elaborazione di nuove idee nel tempo che li separa dai primi passi ad oggi, si può ammirare al contrario la costante, dirompente spinta speed metal, calmierata quel che basta, soprattutto quando i tempi rallentano, da un tocco melodico che fa molto hard rock metallizzato ottantiano. Questo si accompagna alla tentazione di virare appena possibile su cadenzati anthemici, anche in questo caso dannatamente old-school nelle intenzioni e nel risultato finale.
L’epic metal è una strada battuta solo lateralmente, ma non lo si può trascurare e a tal proposito basta sentire il refrain accorato di “Dark Skull”, a richiamare un poco l’operato dei contemporanei Eternal Champion. Arrivati a questo punto di carriera, sembra quasi di osservare la parabola degli Enforcer svedesi, che senza trovare un proprio marcato segno distintivo si sono comunque guadagnati favori e rispetto per una miscellanea efficace e brillante di heavy metal dinamitardo e melodie di ampio respiro. Una ricetta vecchia e semplice quanto si vuole, ma che proprio per questo motivo richiede attenzione millimetrica per non scadere nel banale.
La macchina-Traveler non sbanda, inanellando uno dopo l’altro episodi che consolidano il loro status di novelli portatori della sacra fiamma dell’heavy metal: la metrica incalzante della scatenata “The Law” graffia ed esalta, “Rebels Heart” e il suo moderato, palpitante crescendo riportano alla mente l’importante influsso dei conterranei Sword, tra strofe accattivanti, atmosfere lievemente più sofisticate e tese e un’interpretazione piena di pathos di Jean-Pierre Aboud. Una (legittima) critica alle nuove leve classic metal è quella di non avere sempre cantanti all’altezza delle idee strumentali: non ci pare il caso dei Traveler, che possono contare su un interprete vocale bravo sia nell’aggredire che nell’usare toni più morbidi, all’occorrenza.
Gli inseguimenti di assoli tra le due chitarre rimangono uno dei tratti distintivi del gruppo, che consapevole di questo fattore lascia a Toryin Schadlich e Matt Ries ampio margine di manovra, ben sfruttato per parentesi strumentali incendiarie e capaci di riportare realmente alla mente il periodo d’oro del metal ottantiano. La tracklist non concede battute d’arresto, mantenendo la compattezza degli album che dovevano restare per forza nel formato del singolo vinile: meno di quaranta minuti, tutti necessari, tutti a battiti elevati e senza alcun ricamo che non sia strettamente necessario.
Il singolo “Heavy Hearts” macina note e fa sgolare come si deve, la title-track in chiusura alza addirittura il tiro, dilatando il minutaggio in una cavalcata eroica tra power ed epic metal, con un piglio che può ricordare Manowar e Omen.
Rimarcato che, a fare la differenza, c’è anche un lavoro di batteria più estroso e potente della media di settore, “Prequel To Madness” riconferma i Traveler ai piani alti della scena heavy metal odierna. Un mondo vivo, pulsante e pieno di ottima musica.

 

TRACKLIST

  1. Mayday
  2. Take the Wheel
  3. Dark Skull
  4. The Law
  5. Rebels of Earth
  6. Heavy Hearts
  7. No Fate
  8. Vagrants of Time
  9. Prequel to Madness
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