8.0
- Band: TREAT
- Durata: 00:52:00
- Disponibile dal: 14/09/2018
- Etichetta:
- Frontiers
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Tunguska è il nome di una località russa dove nel 1908 è avvenuta un’enorme esplosione, probabilmente dovuta ad un meteorite, ma rispetto alla quale sono state fatte diverse congetture, anche di tipo fantascientifico. Ad ogni modo, i Treat hanno scelto questo come titolo per il loro nuovo album, il terzo dalla loro reunion e, visti i risultati, a nostro parere anche il più bello.
Siamo infatti dell’avviso che, chi si aspettava che la band si sarebbe limitata a fare l’ennesimo disco magari valido ma comunque distante dai propri capolavori, sia stato ampiamente smentito. Già, perchè questo “Tunguska” è un album davvero brillante, in grado di esaltare tutte le qualità della band svedese: sono tante le canzoni pregevoli, non ci sono filler e soprattutto a livello stilistico i Treat sono riusciti più che mai a far convivere tutte le diverse caratteristiche del proprio sound, ottenendo un perfetto equilibrio, senza mai risultare scontati. Ci sono dunque riff e sonorità dure, ma non è un disco propriamente heavy, ci sono bellissime melodie ma le canzoni non sono mai stucchevoli o melense, c’è tanta classe ma non è un disco incentrato sul virtuosismo, c’è anche la grande capacità di creare atmosfere e di tessere trame emotive di grande efficacia: tutto funziona a meraviglia, come se i Treat mettessero insieme le tessere di un puzzle per dare forma a quello che è il proprio sound.
L’album si apre proprio con temi legati a Tunguska, ripresi nell’opener “Progenitors”, un brano che nella breve intro strumentale sembra quasi richiamare Alan Parsons (autore, non a caso, di “Return To Tunguska”), ma che poi si sviluppa in uno stile decisamente più grintoso che un po’ ci ha fatto persino pensare ai Threshold o agli Shadow Gallery, con bellissimi cori. Davvero irresistibili anche canzoni come “Rose Of Jericho” o “Build The Love”, per non parlare di altre tracce come “Always Have, Always Will”, “Best Of Enemies”, “Heartmath City” o “Undefeated”, ma queste sono solo le vette di una tracklist che snocciola una perla dopo l’altra.
Grande prova dunque da parte dei Treat, con un disco che sicuramente consigliamo agli amanti del rock e del metal melodico, ma che farà la gioia pure di chi predilige sonorità più vicine all’AOR o all’hard rock, proprio per la capacità della band di mettere tutta la propria maturità artistica e compositiva al servizio di un sound fresco e variegato.