7.0
- Band: TREMONTI
- Durata: 00:56:02
- Disponibile dal: 10/01/2025
- Etichetta:
- Napalm Records
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Con ormai una discografia ormai prossima a raggiungere il traguardo dei venti album in poco più di un quarto di secolo, è difficile aspettarsi chissà quali innovazioni da Mark Tremonti, per quanto il suo progetto solista, forte di una dimensione live più intima e di una maggiore libertà espressiva, abbia fatto registrare negli ultimi dieci anni le uscite più interessanti del guitar hero italo americano, così come successo per il sodale Myles Kennedy.
Partito un po’ in sordina con il più metallico “All I Was”, nel tempo i Tremonti sono cresciuti in termini di ambizioni con album gemelli e concept sempre più raffinati, anche se le differenze rispetto alla band madre si sono sempre più assottigliate, così come nell’ultimo lavoro solista di Kennedy: se non fosse per la voce di Mark, l’opener “The Mother The Earth And I”, così come le più tranquille “It’s Not Over” o la title-track, avrebbero funzionato bene anche in un album degli Alter Bridge, forti di un modern hard rock non dissimile da quanto contenuto in “Pawns And Kings”.
La componente più heavy che aveva caratterizzato il side-project fin dagli esordi emerge in canzoni cariche di groove come “One More Time”, “Nails” o “Live In Fear”, stilisticamente più vicine ai Sevendust con l’aggiunta di parti soliste molto più variegate, ma anche qui nessuna novità rispetto a quanto già sentito nei precedenti lavori al netto di un concept lirico più cupo, più che mai ispirato dalla situazione geopolitica.
Immancabile anche il crescendo emotivo nei quasi sei minuti di “Now That I’ve Made It” (un buon pezzo, pur senza voler scomodare per l’ennesima volta il paragone l’irragiungibile “Blackbird”), mentre l’altrettanto lunga “All The Wicked Things” giustifica la sua durata con inserti di synth, unica concessione sperimentale ad un disco per il resto fedele alla linea ma che avrebbe beneficiato di una tracklist un po’ più snella (“Tomorrow We Will Fail” e “The Bottom”, ad esempio, scivolano via in modo abbastanza anonimo).
Come nel MCU – sostituite la Napalm alla Marvel e Michael Baskette a Kevin Feige – Mark Tremonti sembra ormai diventato parte di un sistema più ampio dove tutti i vari protagonisti (Alter Bridge, Tremonti, Myles Kennedy, Sevendust, Mammoth WVH…) sono legati tra di loro in un copione ormai consolidato e divenuto abbastanza prevedibile, se pur sempre di successo.
Cinismo a parte, “The End Will Show Us How” resta comunque un buon disco di hard rock moderno, forte di ottime trame chitarristiche e ritornelli sempre efficaci.
