8.0
- Band: TRIBULATION
- Durata: 00:56:27
- Disponibile dal: 21/04/2015
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: Universal
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Si può dire tutto dei Tribulation, ma non che manchi loro la voglia di cambiare. “The Children Of The Night” è il terzo album della formazione svedese; un lavoro che, ancora una volta, presenta un suono rinnovato, che a tratti pare persino rompere del tutto con i feroci esordi death-thrash di “The Horror” e il tormentato progressive di “The Formulas Of Death”. “The Children Of The Night” è un disco sibillino, sovente sussurrato, che è consigliabile approcciare con l’umore giusto per non farselo andare di traverso. Gli influssi classic metal e gli omaggi settantiani messi in mostra sull’opera precedente prendono qui il sopravvento sugli elementi estremi, con lo screaming di Johannes Andersson a rappresentare spesso il solo ponte con il passato dei ragazzi di Arvika. I Nostri sembrano aver abbandonato certi eccessi, il loro stile si è fatto più schietto e con meno fronzoli, forse meno sperimentale ma di certo più vivace ed immediato. Voce a parte, siamo praticamente al cospetto di un album di (horror) classic metal/hard rock, ricchissimo di virtuosismi chitarristici cuciti alla perfezione su un riffing che ora sa di tipica NWOBHM, ora addirittura di Thin Lizzy o Deep Purple. Una “Melancholia” che brucia come il fuoco, il semplice e trascinante singolo “The Motherhood Of God” (gli Iron Maiden con un demone al microfono) e la decadente “Holy Libations” sono le vette di un lavoro senza sostanziali cadute di tono, che potrebbe seriamente destare l’interesse di tutti coloro che stravedono per le recenti prove di In Solitude, Morbus Chron, Enslaved e – per certi versi – Opeth. Molti dei brani partono da riff lineari o da ipnotici arpeggi per poi divenire litanie da carillon per adulti, delle ninne nanne inquietanti perfettamente compiute. Certo, le ritmiche sono assai più blande rispetto al passato e i Tribulation a volte rischiano di sciorinare canzoni che al primo, secondo e terzo ascolto risultano simili tra loro, ma i ragazzi ormai non sono degli sprovveduti: vi è sempre un break azzeccato o un assolo memorabile che dona al pezzo una seconda vita, avviandolo verso una degna conclusione. Probabilmente chi pretendeva un altro album dall’anima extreme metal rimarrà deluso, ma “The Children Of The Night”, almeno a livello di atmosfere, è del tutto in linea con i lavori precedenti: un disco che è in realtà una levitazione in cieli torbidi e minacciosi, in arie spaventose in cui la band svedese si ambienta alla perfezione da sempre. Senz’altro un ottimo rifugio in cui trovar riparo dalle sconfinate produzioni forzatamente old school di oggi, un limbo che ridipinge di rosso e nero le cavalcate e i trip acidi provenienti dagli anni Settanta e Ottanta.