7.0
- Band: TRICK OR TREAT
- Durata: 00:59:42
- Disponibile dal: 08/07/2016
- Etichetta:
- Frontiers
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I Trick Or Treat proseguono il discorso intrapreso con “Rabbits’ Hill Pt.1”, concept album uscito nel 2012 e ispirato al romanzo “Watership Down” di Richard Adams, pubblicando adesso la seconda parte. Data una così forte continuità, la ricetta non cambia in effetti più di tanto rispetto al precedente disco: la band modenese (un tempo cover band degli Helloween) mantiene uno stile chiaramente ispirato principalmente dalle “zucche di Amburgo” (evidente particolarmente ad esempio in tracce come “Inle'”, “Efrafa” o “The Showdown”), ma aperto ad accogliere influenze più in generale provenienti dal power, dal metal melodico e dal folk. Certo, se in fin dei conti è proprio quello della band tedesca il loro costante punto di riferimento, bisogna altresì riconoscere come, a livello di songwriting, i brani più freschi e accattivanti siano quelli in cui i Trick Or Treat tentano (più o meno inconsapevolmente) di emanciparsene, proprio perché risultano meno derivativi e con uno stile un po’ più personale. In linea di massima, comunque, la tracklist scorre molto gradevolmente, grazie a brani ben strutturati, curati nei minimi dettagli (eccellente peraltro la produzione del “solito” Simone Mularoni), che sfociano in refrain che denotano un gran gusto per la melodia. Solo nel finale, in verità, il disco ci convince un po’ meno: “The Showdown”, brano di oltre undici minuti di durata, dà l’impressione di non possedere un equilibrio ottimale tra le diverse parti, mentre la conclusiva “Last Breath” non sembra particolarmente ispirata. Come in passato, anche stavolta la band vanta collaborazioni di tutto rispetto: Tim “Ripper” Owen canta nel brano “They Must Die” e Tony Kakko in “United”, due canzoni davvero niente male. Ancora, Sara Squadrani (Ancient Bards) duetta con il bravissimo Alessandro Conti (la cui voce è senz’altro uno dei punti di forza del disco) nella bellissima “Never Say Goodbye”, una sorta di midtempo davvero da brividi, grazie anche alla performance dei due cantanti. Tra gli altri highlight, citiamo “The Great Escape” (scelta, proprio insieme a “Never Say Goodbye”, per realizzare un video), la già menzionata “Efrafa” e “Cloudrider”. In conclusione, “Rabbits’ Hill Pt.2” è senz’altro un buon disco, che conferma le grandi qualità della band, benché a nostro avviso non sempre questa riesca ancora a valorizzarle al meglio: in tal senso, riteniamo, infatti, che i Trick Or Treat, pur essendo già un gruppo di buon livello, possiedano realmente tutte le potenzialità per compiere un ulteriore, significativo, salto di qualità.