8.0
- Band: TRIUMVIR FOUL
- Durata: 00:34:48
- Disponibile dal: 29/07/2022
- Etichetta:
- Invictus Productions
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È uno stile ormai consolidato, quello dei Triumvir Foul, formazione statunitense oggi di ritorno sulle scene con quello che potrebbe essere il suo ultimo album in assoluto. Le informazioni al momento a disposizione sono poco chiare, ma pare che il gruppo di Portland abbia deciso di chiudere il proprio percorso artistico con la pubblicazione di questo terzo full-length intitolato “Onslaught to Seraphim”, il quale “riprende il tema dei tre serpenti introdotto nel primo album, raccontando la dipartita delle bestie nella guerra condotta contro i cieli e il conseguente massacro degli angeli nella loro fine carnale”.
L’ortodossia severa e claustrofobica che trae ispirazione dagli anni Novanta senza risultare troppo sfacciatamente rétro è ormai il marchio di fabbrica ufficiale della death metal band americana, che sin dagli esordi ha continuato di anno in anno ad arricchire un sound in cui unire sapientemente concretezza e misticismo. Ciò che già nelle precedenti uscite ci aveva fatto conoscere ed apprezzare la proposta del duo è certamente il tono lugubre delle composizioni, che rivelano spesso una sorta di intransigenza spirituale solo in parte offuscata dalla brutalità dei riff e dell’impianto ritmico. In più occasioni, infatti, i Triumvir Foul si erano fatti segnalare per l’interessante commistione di spunti e riferimenti vecchia scuola con oscuri umori più vicini alle correnti death-black contemporanee: tale formula viene ulteriormente – e forse definitivamente – affinata su “Onslaught to Seraphim”, con otto tracce che mostrano una sensibilità labirintica, riuscendo più che mai a mediare tra istanze belluine, riff poderosi – e spesso subito riconoscibili – e un’atmosfera tetra di rimarchevole fascino.
Se in passato era piuttosto semplice distinguere gli stacchi e le ispirazioni alla base dei vari movimenti nel songwriting del gruppo, il nuovo materiale si dispiega lungo coordinate maggiormente uniformi e ormai definitivamente indicabili come “Triumvir Foul”, riuscendo a trasmettere un immaginario visuale potente, fatto di atmosfere inquiete ma al contempo vivide e avvolgenti. Un ribollire brutale ed energico proveniente da anfratti lugubri, una forza che sembra lottare per uscire dalle tenebre, portando con sé tutta una serie di richiami old school, ma anche un tocco personale che – in episodi come “Domini Befallen (to Doom)” e “Bašmu Enthralled, Horned Creations” in particolare – si libra nello spazio oscuro verso lidi che potrebbero risultare vagamente familiari a coloro che hanno nelle orecchie il recente operato di realtà come i Lvcifyre o una vecchia perla come “Lunarterial” degli Swallowed.
Siamo insomma al cospetto della vetta compositiva della band, qui all’apice della propria espressività sia a livello di riffing che di ricerca sul versante atmosferico. Il commiato ideale, se le voci di scioglimento dovessero venire confermate.