7.0
- Band: TRIUMVIR FOUL
- Durata: 00:41:46
- Disponibile dal: 11/12/2015
- Etichetta:
- Blood Harvest
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Il fascino del death metal ha sedotto persino gli Ash Borer… o almeno due di loro. I Triumvir Foul sono infatti un progetto nato per volontà della sezione ritmica del noto gruppo “cascadian” black metal statunitense. Pubblicato un demo lo scorso anno, i Nostri danno ora alle stampe il primo full-length con l’appoggio della piccola etichetta locale Vrasubatlat e con quello della più potente Blood Harvest, la quale si occuperà di stampare il lavoro in formato CD e LP (quest’ultimo in arrivo a febbraio). Ci troviamo davanti ad un gruppo che parte da soluzioni tutto sommato tradizionali, con chiari riferimenti a primi Entombed e Autopsy a livello di riff, ma che è incline a mascherare questo “conservatorismo” dietro ad una produzione molto sporca e ad una foga nell’esecuzione che rimanda a realtà più bestiali come Teitanblood o Antediluvian. Il criptico intro dell’opener “Labyrinthine – The Blood Serpent Unwinds” e l’atmosfera luciferina che ne consegue potrebbero in effetti portare ad accostare subito i ragazzi di Portland ai suddetti mostri underground, ma, con il passare dei brani, si fa largo l’idea che buona parte delle fonti di ispirazione dei Triumvir Foul rientri ancora nella cosiddetta vecchia scuola del genere; mettendo da parte un suono di basso marcissimo e uno screaming irragionevole, si può infatti notare come i riff portanti di pezzi come “Pathways to Decay” e “Hedonistic Prayer – The Abhorrent Depths of Perversion” siano chiaramente modellati sulle immortali formule di un “Left Hand Path” o di un “Mental Funeral”. Ciò tuttavia non è certo un male a priori: lungi da noi affermare che la band non sappia dove mettere le mani per comporre un buon brano death metal. Nel complesso, il disco si lascia ascoltare con piacere: si sente un’ispirazione degna di questo nome alla base del lavoro di chitarra e i cambi di tempo appaiono ordinati e ben studiati. Inoltre, questo mix di elementi tradizionali/accessibili e rivestimento “necro” risulta, a conti fatti, a suo modo peculiare. Accogliamo dunque con favore questa nuova formazione: “Triumvir Foul” è un debut album niente male e si spera che, partendo da qui, gli statunitensi possano maturare ulteriormente.