7.0
- Band: TRIVIUM
- Durata: 00:58:35
- Disponibile dal: 30/08/2011
- Etichetta:
- Roadrunner Records
- Distributore: Warner Bros
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I Trivium sono cresciuti al centro di un turbine di negatività che avrebbe potuto schiacciare i personaggi più navigati della scena. E’ dalla firma con Roadrunner Records che i ragazzi di Orlando continuano a lottare, con l’oppressione di chi deve sempre dimostrare qualcosa, o espiare chissà quale colpa. Il loro quinto album in studio è però l’ennesima dimostrazione del loro talento, da sempre tumultuoso e in continua evoluzione, è vero, ma ancora estremamente giovane, visto che tutti i componenti del gruppo sono ben lontani dai trenta. Proprio quando sembra tutto inquadrato al meglio, pubblicato con “Shogun” il capitolo migliore della discografia, come da costante storica i Trivium mischiano di nuovo le carte in tavola, mantenendo le caratteristiche basilari del proprio suono ma tentando stavolta la strada della perfezione radiofonica (come da sempre fanno i colleghi Bullet For My Valentine), levigando moltissimo la forma e puntando in maniera evidente sul ritornello, incredibilmente semplificato, memorizzabile, ripetuto fino alla nausea. E’ il caso del primo singolo “In Waves”, di “Black”, di “Dusk Dismantled”. C’è una digressione verso la formula metalcore che li ha stigmatizzati agli esordi, ma il gruppo di Heafy si prende anche questo rischio in maniera spavalda, andando a calibrare perfettamente accessibilità e aggressività neo-thrash. La totale devozione alla forma e all’eccelsa levigatura di ogni singolo minuto dell’album costituiscono il suo limite maggiore per la totalità dei detrattori, siamo certi, ma anche per coloro che avevano apprezzato la furia e il piglio progressivo di “Shogun”. Sarebbe bastata qualche mossa coraggiosa, come l’uso di linee vocali insolite nell’ottima “Inception of the End”, per rendere “In Waves” meno vulnerabile alle critiche usuali. Concentrandosi al massimo su un suono ineccepibile e su brani scintillanti, ficcanti e suonati in maniera egregia, i Trivium paradossalmente perdono l’identità conquistata, andando a rincorrere troppi obiettivi simultaneamente. Chi lo bolla come inconsistente sbaglia di grosso, ed è solo accecato dalla modernissima produzione.