5.5
- Band: TROUBLE
- Durata: 01:01:31
- Disponibile dal: 16/07/2013
- Etichetta:
- FRW Music
- Distributore: Audioglobe
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Introdotti da un cover artwork che certo non invoglia all’acquisto, riecco tornare i mitici heavy doomster Trouble con la loro nuova fatica “The Distortion Field”. Il lavoro arriva a ben sei anni di distanza dal precedente “Simple Mind Condition” e vede la presenza dietro al microfono di Kyle Thomas, in precedenza già con Exhorder ed Alabama Thunderpussy. Proprio il singer sarà la nota più lieta dell’intero lavoro, con la propria ugola abrasiva ed espressiva e la propria interpretazione sentita dei vari brani, ai quali riesce a donare una potenza non indifferente per i canoni della band. Purtroppo però Thomas non è supportato a dovere dal resto della band; o meglio, se le capacità esecutive di Rick Wartell e di Bruce Franklin non sono minimamente messe in discussione, a latitare è un songwriting deboluccio che si dimentica di buona parte della storia dei Trouble, preferendo concentrarsi su di un heavy rock magari roccioso ma anche molto lineare e non particolarmente emozionale e che a tratti strizza l’occhio a quella scena sudista guidata dai Down. Se la partenza affidata a “When The Sky Comes Down” faceva ben sperare in virtù di una solidità ritmica non indifferente e a degli spunti solisti riusciti, le successive tracce vanno dal caruccio allo sconfortante, con nota di demerito per il chorus di “Sink Or Swim” e per il tentativo intimista di “Have I Told You”, salvato solamente dal carisma di Thomas. Si ricomincia a rockeggiare in maniera più convinta con “Hunters Of Doom”, mid upper tempo heavy che comunque non può minimamente competere con il meglio della produzione passata targata Trouble. “Glass Of Lies” è maschia e sudista, scritta appositamente per esaltare le corde vocali di Thomas, mentre “Butterflies” è una sorta di power ballad ottantiana composta in maniera decente. Bene invece “Sucker”, che recupera istanze sudiste e stoner, inserendole in un contesto heavy piuttosto vicino agli Anthrax dell’era Bush. “Greying Chill Of Autumn” tenta delle variazioni sul tema principale senza però riuscire a colpire nel segno e nella conclusiva “Your Reflection” tornano a farsi sentire istanze doomy piuttosto latenti lungo tutta la durata del lavoro. Peccato quindi, Franklin e soci dimenticano totalmente il loro lato più psichedelico e non affondano nemmeno sul versante doom, preferendo concentrarsi su di un heavy rock maschio ma anche piuttosto inconcludente per lunghi tratti. Ci spiace, le capacità di fare bene ci sono tutte, il nuovo singer è notevole, eppure “The Distortion Field” ci riconsegna una band stanca e non motivata (o almeno questo è quello che traspare all’ascolto). Saremo severi, ma da dei veri e propri miti della musica pesante si tende sempre a pretendere il meglio.