7.0
- Band: TSJUDER
- Durata: 00:39:54
- Disponibile dal: 14/10/2011
- Etichetta:
- Season Of Mist
- Distributore: Audioglobe
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Il ritorno è di quelli importanti. Il “true” black metal ritrova uno dei suoi migliori discepoli: i norvegesi Tsjuder. Il trio demoniaco di Oslo aveva deciso di sciogliersi nel 2006, dopo aver realizzato tre album osannati dalle schiere estremiste dei discepoli della fiamma nera. Tsjuder è un nome di un certo peso e non è facile farlo tornare in vita; l’ultimo lascito su CD della band risale al 2004, a quel capolavoro di black metal spietato di nome “Desert Northern Hell”. Dopo cinque anni di buio la band ha deciso di ripartire e non deve esser stato facile ripresentarsi in studio di registrazione un anno dopo la reunion per riavviare un gruppo che è stato tanto importante. Gli Tsjuder non hanno paura e sono ritornati forti della loro storica formazione (Nag, Draugluin e AntiChristian) e, soprattutto, non hanno rinnegato nulla del proprio passato. Si potrebbe dire che la band riprende dallo stesso punto in cui si era fermata: il sound e lo stile del nuovo “Legion Helvete”, infatti, nulla aggiungono o tolgono a quanto la band ha dimostrato in passato con tre imponenti release. “Legion Helvete” ha sangue nero nelle proprie vene, la ferocia sonora del suo predecessore si rigusta tutta in brani velocissimi e annichilenti come “Vårt Helvete” o “Black Shadow Of Hell”, quest’ultimo ottimo esempio di come si possano rispolverare con classe ritmi midtempo paurosamente incalzanti. Convincono un po’ meno un paio di brani, come ad esempio “Slakt”, in cui l’elemento thrash viene esposto eccessivamente. Nessuno vuole negare la forte componente thrash che la band negli anni ha assimilato unendola perfettamente al black metal, una componente che fu fondamentale pure sull’ultimo “Desert Northern Hell”. Stavolta, però, in un brano come “Slakt” gli Tsjuder rischiano di diventare una sorta di “Sodom norvegesi”, perché non sono abili nel dare il giusto equilibrio agli elementi thrash e black metal. Meglio quando influenze di questo tipo vengono inserite all’interno di parti velocissime, che hanno il compito di estremizzarle e al contempo di omogeneizzarle al tipico sound satanico della band, come accade in “Blod Og Aske”. Bravi Nag e soci soprattutto nella prima parte dell’opera, in cui sembrano voler dimostrare agli ultimi Immortal come fare a mantenere una componente veloce ed estrema nel proprio sound. La produzione tagliente e un paio di brani davvero d’ottimo livello bastano a rendere più che credibile il ritorno dei famigerati Tsjuder. La band ha superato la fatidica prova del ritorno dopo un forzato periodo d’inattività, ma per regalarci un’altra indimenticabile esperienza sonora demoniaca questo gruppo deve recuperare ancora un po’ di strada perduta. L’odore di zolfo si sente ancora, lasciamo solo che questi demoni dopo una lunga caduta nell’oblio recuperino tutte le forze per rialzarsi. Non dovremo aspettare molto.