7.5
- Band: TULPA
- Durata: 00:47:04
- Disponibile dal: 12/04/2024
- Etichetta:
- Folter Records
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Quello di Tulpa è un concetto che appartiene alla tradizione buddista tibetana e che, più in generale, si ritrova nel buddismo Vajrayana – comunemente noto come ‘buddismo esoterico’.
Tulpa è innanzitutto la manifestazione percettibile, materiale o immateriale, della triplice natura del Budda nella realtà mondana, il cui scopo è veicolare gli insegnamenti propri del buddismo: all’inizio del Novecento il concetto verrà ripreso da esponenti della nota Società Teosofica e piegato alle relative necessità interpretative riguardanti l’interesse per entità astrali create dal pensiero e dalla volontà umana, sfociando di fatto in una reinterpretazione tipicamente New Age di un concetto invece tradizionale.
Entrambe le interpretazioni del concetto possono per sommi capi essere accomunate da un filo conduttore, ossia il rapporto tra ciò che riguarda la dimensione fisica del mondo e ciò che è invece proprio della sua controparte eterea e intangibile. Un paragone calzante per la musica dell’omonimo quartetto parmense, che con successo giunge alla prova del secondo disco tra la ruvida concretezza di un black metal dal sapore molto classico e una controparte melodica decisamente riuscita.
Presentato al pubblico come un’unione di black metal e crust punk, questo “Temple Of Wounds” ci propone di fatto un black metal stilisticamente molto semplice e dalla natura duale, prendendo a piene mani quanto fatto dai Darkthrone nel corso della loro variegata carriera e aggiungendo in maniera personale momenti melodici in grado di riportare alla mente gli Ulver di “Nattens Madrigal” o i Katatonia di “Dance Of December Souls”.
I riferimenti molto classici possono lasciar intendere come i Tulpa non abbiano in sostanza cercato alcuna formula innovativa o particolarmente deviante dai canoni del genere proposto; tuttavia la capacità di coniugare bene le proprie influenze – ad ogni modo già in evidenza col precedente album “Unhealed” – permette al quartetto di lasciare al pubblico un disco molto gradevole e ben prodotto.
Segnaliamo tuttavia qualche debolezza a livello di tracklist nella presenza di una traccia strumentale introduttiva e di una conclusiva francamente trascurabili, e nelle prime due composizioni, forse risalenti a un momento produttivo del gruppo cronologicamente collocato altrove rispetto a quello che ha permesso invece di realizzare i restanti cinque pezzi.
Nettamente migliori dal punto di vista della scrittura e degli arrangiamenti, questi brani contengono diversi momenti memorabili – la seconda metà di “Buried In A Hourglass” o il tragico finale di “No One Wins”, giusto per citarne un paio – in grado di mantenere alta l’attenzione dell’ascoltatore e soprattutto di invogliarlo ad approfondire il disco, cosa chiaramente affatto scontata in un momento storico come quello attuale.
Non è chiaro il motivo preciso di questa notevole differenza di scrittura dei brani tra i succitati blocchi di “Temple Of Wounds”, forse dovuta ai cambi di formazione intercorsi tra la pubblicazione del primo album “Unhealed” e questo “Temple Of Wounds”, forse semplicemente a un tentativo non molto riuscito di variegare ulteriormente la proposta musicale: risulta a nostro parere evidente quale sia la direzione da prendere per il gruppo, sicuramente in grado di proporre qualcosa di notevole in futuro ponendo una maggior attenzione al dettaglio – banalmente evitando un eccessivo minutaggio dovuto alla presenza di intro e outro – e alla rivalutazione della scrittura di quei pezzi forse eccessivamente tendenti al puro black metal, come nel caso delle due tracce in apertura al disco.
La forza dei Tulpa risiede spiccatamente nei suoi momenti più melodici e tragici: in questo senso ci sentiamo di promuovere pienamente “Temple of Wounds” nella speranza che gli elementi e gli eventi che hanno portato al miglioramento del gruppo, quali essi siano, possano assecondare ulteriormente la direzione presa e condurre il quartetto a un ulteriore passo in avanti verso la consacrazione definitiva.