voto
7.0
7.0
- Band: TULUS
- Durata: 00:34:55
- Disponibile dal: 30/06/2007
- Etichetta:
- Indie Recordings
- Distributore: Audioglobe
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Siete dispiaciuti perché si sono sciolti temporaneamente i Khold? Niente paura, buttatevi su questi Tulus e non ne rimarrete delusi. Anzi. L’etichetta definisce quest’album come “il ritorno di un vecchio gigante”, i nostri infatti sono attivi da oltre quindici anni in cui sono arrivati con questo “Biography Oscene” al quarto album, il primo cantato in inglese. Sverre e Bergli, i membri fondatori poi confluiti nei Khold, sono l’essenza della band che suona un black metal molto ragionato e che gode di ottimi suoni pur essendo abbastanza rude nei riff e nelle impostazioni. Caratteristica che ovviamente li accomuna ai Khold (forse più famosi dei Tulus, che invece hanno più lo status di cult band) è il suono del basso in primissimo piano, asse portante insieme al drumming di Bergli. Se i Khold erano però più monolitici, i Tulus sono più vari, a cominciare dai tempi che si alternano fra parti veloci e parti più cadenzate generalmente all’interno della stessa canzone. E poi gli arrangiamenti. Ottimi e mai banali. Qualche rarissimo inserto di voce femminile, e poi piano, corni e parti di strumenti a corda come il violino. L’album scorre via che è un piacere, complice la durata, poco sopra la mezz’ora, e la varietà dei brani. Fra i pezzi migliori del disco da segnalare “Natal Day”, song dai vari cambi di tempo poggiata sul possente basso e sugli arrangiamenti di piano davvero ben indovinati, la violenta “Stories Untold” dove il violino la fa da padrone e la splendida “Allow No Lights”, song dapprima lenta che diventa poi veloce e che presenta degli arrangiamenti magnificenti e dei riff pesantissimi. Un album molto vario ed assolutamente godibile anche per gli oltranzisti del black metal norvegese. Un ottimo ritorno che placa la “pausa” dei Khold.