voto
6.5
6.5
- Band: TYGERS OF PAN TANG
- Durata: 00:25:58
- Disponibile dal: 19/02/2011
Spotify:
Apple Music non ancora disponibile
Il biennio 1980/81 è stato un periodo irripetibile per la musica inglese ed assolutamente fondamentale per alcune delle band più promettenti dell’intera NWOBHM impegnate a comporre e a trasporre su vinile l’irruenza e l’adrenalina che mischiava punk e metal, elementi che costituivano le caratteristiche primarie del movimento. Iron Maiden, Saxon, Tygers Of Pan Tang e molti altri erano pronti oramai a fare il botto, creando de facto una nuova rivoluzione musicale. Soltanto la Vergine di Ferro riuscì però a diventare nel corso degli anni un’istituzione mondiale, mentre altre band come Saxon, Praying Mantis e Tygers Of Pan Tang si sono dovuti accontentare delle briciole o dello status di cult band. Peccato, perchè nonostante le ‘tigri’ avvessero pubblicato il capolavoro "Spellbound" (voto 8,5/10) – nel quale troviamo il talentuoso vocalist John Deverill ed il funambolico chitarrista John Sykes – i Nostri successivamente subirono alcuni cambi fondamentali di line up che minarono la stabilità interna e nel giro di pochi anni videro svanire l’opportunità di fare il cosiddetto botto, complice anche un notevole ammorbidimento del sound che li proiettò ai confini dell’AOR. Tre anni fa la tigre è ritornata a sfoderare gli artigli con l’ottimo "Animal Instinct", un album che sancisce una seconda giovinezza per la creatura guidata dal chitarrista Robb Weir, il quale può contare sulla bravura e sulla presenza scenica del cantante e nostro connazionale Jacopo Meille (notevole la loro performance al Rock Hard festival a Bologna nel settembre 2010). L’uscita di "The Spellbound Sessions EP" stuzzica la nostra curiosità, in quanto al suo interno troviamo sei canzoni (sicuramente le più rappresentative) tratte dall’album originale, in questa occasione registrate e riarrangiate dalla nuova line up. Lungi da noi analizzare i due lavori con la lente di ingrandimento – un’ impresa che si rivelerebbe decisamente sciocca e pretenziosa, in quanto, i due dischi sono stati concepiti a trent’anni di distanza con due line up quasi totalmente diverse – tuttavia possiamo affermare che i Nostri hanno ancora entusiasmo da vendere e tanta benzina nel serbatoio, sufficiente per allontanare lo spettro di una pensione anticipata. Una particolare nota di merito va alla produzione, calda ed avvolgente, ben distante dalle iper produzioni odierne, che mantiene in sostanza inalterato il feeling originario delle composizioni. Le impetuose "Gangland" e "Hellbound" sono due sciabolate che nulla hanno da invidiare all’energia dei vecchi Maiden, mentre la ballad "Mirror" conta sull’intensa interpretazione vocale di Meille, il quale dimostra di essere il vero erede di Deverill, grazie alla sua voce potente, intensa ma al contempo melodica e profonda. Qualcuno ora potrà pensare all’ennesima trovata commerciale per fare cassa in attesa di trovare l’ispirazione per concepire nuovi brani; ipotesi priva di ogni fondamento, in quanto l’EP è disponibile soltanto dal sito ufficiale della band a poche sterline, con una tiratura limitata di 1000 copie. Cosa aspettate a farlo vostro?