7.0
- Band: TYGERS OF PAN TANG
- Durata: 00:44:56
- Disponibile dal: 21/10/2016
- Etichetta:
- Mighty Music
- Distributore: Audioglobe
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A quattro anni di distanza dalla pubblicazione del gradevole “Ambush”, le mitiche tigri dell’isola di Pan Tang rilasciano l’undicesimo capitolo di inediti attraverso il quale traspare, ancora una volta, il buono stato di salute compositiva di cui gode il gruppo britannico. Fieramente capitanati dall’inossidabile chitarrista Robb Weir e dal carismatico frontman Jacopo Meille, i redivivi protagonisti forgiano un’opera di sicuro impatto, altresì lontana anni luce dai fragorosi umori coniati all’alba della NWOBHM. Caratterizzato da una veste sonora moderna e dinamica, accuratamente confezionata da Søren Andersen (Artillery, Mike Tramp e mille altri) nei Medley Studio di Copenhagen, “Tygers Of Pan Tang” racchiude nel suo scrigno undici episodi vari e cangianti. Sprazzi dell’illustre passato appaiono soltanto per un istante nel riffing metallizzato di “Never Give In”, mentre il resto della scaletta ci offre una serie di multiformi soluzioni stilistiche in grado di accontentare i palati più eclettici. “The Reason Why” e “Praying For A Miracle” sono due eleganti power ballad, interpretate ad hoc dall’intensa carica emotiva profusa dalle corde vocali di Meille. “Glad Rags” invece è un ciondolante stomp dal marcato gusto americano, che non avrebbe sfigurato affatto in “Permanent Vacation” degli Aerosmith o “Flesh & Blood” dei Poison. Svetta sorniona la bandiera statunitense anche su “I Got The Music In Me”, caratterizzata da un chorus che fonde all’unisono la carica sensuale del soul e la passionalità del blues. Il volto più aggressivo dell’iconica tigre si affaccia impavido all’altezza della testosteronica “Only The Brave” e dell’incendiaria “Dust”, entrambe caratterizzate da un guitar work incisivo e tagliente come la lama di un affilato pugnale. “Tygers Of Pan Tang” deluderà le aspettative di tutti coloro che auspicavano ad un definitivo ritorno alle origini della compagine inglese. Al contempo, però, è impossibile non riconoscere agli autori la volontà di non rimanere fossilizzati nei confronti di un glorioso passato, oramai in bianco e nero. Coraggioso.