7.0
- Band: TYPE O NEGATIVE
- Durata: 01:17:29
- Disponibile dal: 19/03/2007
- Etichetta:
- SPV Records
- Distributore: Audioglobe
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Certe band o si amano o si odiano. Certe band basano il loro successopiù sull’immagine che sulla musica. Certe band adorano provocarel’ascoltatore con trovate talmente di cattivo gusto da risultare quasigeniali. Certe band si identificano quasi completamente con il loroleader. Minimo comune denominatore per tutto quanto sopra elencato:Type O Negative. In pochi nel corso degli anni possono vantarel’esposizione mediatica dei quattro newyorkesi e soprattutto delgigantesco Peter Steele: a partire dalle copertina di Playgirl fino adarrivare ad una serie di dichiarazioni provocatorie che, di volta involta, lo hanno reso fascista, comunista, antifemminista, omofobo equant’altro. Dietro quella che potremmo definire una gigantescacampagna di marketing (peraltro perfettamente riuscita, dato che tuttiavevano la band sulla punta della lingua, pur senza averne maiascoltato una singola nota), si cela una proposta musicale fatta di ungothic doom ammantato di melodie beatlesiane. Fino ad oggi almeno. Conquesto “Dead Again” i Type, pur rimanendo fedeli al loro trademark,utilizzano in maniera massiva due elementi che prima erano presentisolo a sprazzi nella loro proposta: dark wave e hardcore. Sembra cheSteele abbia voluto provare ad incrociare i suoi Carnivore con la bandche gli ha dato fama e successo. Tutto ciò, spesso e volentieri, va adiscapito delle atmosfere decadenti tipiche ad esempio di “OctoberRust”, ma fa sì che i ragazzi sfornino il loro album più duro,variegato e solare (non aspettatevi una band felice però, sono sempre iType O Negative!). Se da un lato abbiamo tracce canoniche come ilsingolo “She Burned Me Down”, piuttosto easy listening, o “The ProfitsOf Doom”, dall’altra vi sono episodi come “Dead Again”, dove è evidentel’influsso dei primi Bauhaus o “Halloween In Heaven” dall’incedereveloce e a sprazzi quasi thrasheggiante o “Some Stupid Tomorrow”, checontiene la partitura più violenta mai scritta da Steele e soci. Sopratutti si erge una traccia ambiziosissima a parere di chi scrive, sitratta di “September Sun” e praticamente è il punto d’approdo perfettoper i ragazzi: dopo aver navigato nell’oscurità per anni, eccofinalmente apparire la luce. Raramente i Beatles sono stati capiti ereinterpretati così bene come in questo caso. La traccia farà storcereil naso a più di un ascoltatore, ma è talmente delicata e con delleesplosioni elettriche piazzate ad arte, che non può non conquistare chiscrive. La performance dei ragazzi è molto buona, con Peter Steele chefa la parte del leone sciorinando una performance vocale assolutamenteeterodossa e convincente. Bene comunque anche Kenny Hickey allechitarre e ottima prova di Josh Silver alle tastiere, mai invadente masempre abbastanza presente a creare atmosfere poco salubri. Infine lasezione ritmica formata dallo stesso Steele al basso e da Johnny Kellyalla batteria, fa il proprio dovere senza strafare. Questo non sarà disicuro il lavoro migliore dei Type O Negative, ma sicuramente è quellopiù coraggioso e già solo per questo la band sarebbe da premiare. Albumfatto apposta per smentire coloro che li credevano morti e sepolti.Bene così.