7.5
- Band: TYPHONIAN
- Durata: 00:50:05
- Disponibile dal: 20/09/2024
- Etichetta:
- Trascending Obscurity
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Sono solo al secondo album ma sembrano puntare in alto, questi ragazzi tedeschi: il loro è un death metal complesso, melodico, striato di black e di progressive, che guarda chiaramente agli anni ‘90 ma è anche consapevole di vivere nell’epoca attuale.
Rispetto al debutto, “Beneath the Streams Of Life”, la proposta della band si è fatta più sofisticata ed ambiziosa, tanto da esplicitare il parallelismo con “Crimson” degli Edge Of Sanity, il capolavoro progressive death composto da un’unica traccia lunga quaranta minuti (scomposta in otto parti per mere esigenze discografiche).
Il paragone con la creatura di Dan Swanö è assolutamente azzeccato, date la ricchezza e la varietà compositiva che la band è stata in grado di racchiudere tra questi solchi, facendo un uso sapiente delle due chitarre ed evitando sempre di essere prolissa e ripetitiva, pur senza cercare la novità a tutti i costi o il tecnicismo fine a se stesso. Non solo, perché Swanö ci mette letteralmente del suo, occupandosi del missaggio e del mastering dell’opera, con un risultato di alto livello per nitidezza del suono, profondità e coesione.
Naturalmente va detto – per quanto banale sia – che i colpi di genio del polistrumentista svedese erano qualcosa di unico e prezioso, e la sua abilità di mescolare e creare melodie memorabili, senza per questo tralasciare la pesantezza death, resta confinata ad un livello superiore. Ciononostante, i cinque musicisti del Baden-Württemberg confezionano un disco piacevolissimo e privo di episodi scialbi (o peggio): la band si dimostra sempre sul pezzo e perfettamente padrona della situazione, come dimostra sin da subito “Cosmic Throne”, nella quale al death di matrice svedese si mescolano suggestioni black metal più moderne, poi stemperate dal bel lavoro delle chitarre soliste. A questo riguardo segnaliamo la partecipazione di due session, il canadese Brandon Iacovella e il francese Eloi Nicod, che hanno dato entrambi man forte con le rispettive sei corde (non sappiamo esattamente su quali brani).
Più classicamente anni ‘90 è la seguente “Primal Deceptive Light”, che molto deve ai Dismember più melodici ma resta indubbiamente un bel pezzo, mentre in “The Gatekeeper” possiamo notare la versatilità stilistica di M.W. Styrum alla voce (convincente sia nel growl che nelle parti più pulite, rese comunque taglienti da un sapiente uso degli effetti) e il contributo prezioso di Thanatos dietro le pelli.
Tecnicamente i Typhonian si dimostrano ineccepibili, e possiamo apprezzare anche l’apporto misurato delle tastiere, curato dai due chitarristi Typhon e Prometheus, che impreziosisce alcuni momenti, senza risultare pesante o invasivo. Anche il singolo apripista, “A Glimpse At The Starless Ocean”, è un pezzo ben riuscito, con le chitarre impegnate a tessere arabeschi sonori dal pregevole gusto classico su un’intelaiatura blackened death di scandinava memoria.
Le uniche incertezze che segnaliamo sono sul brano conclusivo, la lunga suite “Cath’un – Gate Of The Veiled Beyond”: nonostante il minutaggio proibitivo (venti minuti), la formazione teutonica riesce a reggere bene a livello di scrittura, ma qualcosa non convince pienamente nella prova di Styrum quando questi si lancia in linee vocali pulite e melodiche; interessanti invece gli inserimenti di organo, che riportano brevemente agli anni ‘70, anche se forse andavano amalgamati meglio nel calderone sonoro.
Un plauso finale per la scelta di rivolgersi all’artista spagnolo Juanjo Castellano per la copertina, ricchissima di particolari quanto la musica che racchiude. I Typhonian dimostrano – anche qui – di tenere a quello che fanno, e di curare la loro proposta nei minimi dettagli: se riusciranno a far emergere maggiormente il proprio tocco personale questi ragazzi potranno tranquillamente dare vita ad un album memorabile, per il momento – seppur godibilissima – la musica della band è ancora molto legata agli stilemi di partenza.
In ogni caso, ascolto vivamente consigliato a tutti gli orfani della scuola death/black svedese.