TYR – Ragnarok

Pubblicato il 24/10/2006 da
voto
8.5
  • Band: TYR
  • Durata: 01:00:51
  • Disponibile dal: 25/10/2006
  • Etichetta:
  • Napalm Records
  • Distributore: Audioglobe

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I Tyr, che si erano già fatti notare con l’ottimo “Eric The Red”, tentano il bis con questo nuovo “Ragnarok”. Senza timore alcuno si può dire che i quattro “vichinghi”, autoctoni delle isole Far Oer, non solo forgiano un album migliore rispetto al precedente ma danno alla luce una vera e propria gemma di raffinato metal epico con influenze viking e folk. Un disco evocativo, tecnicamente sopraffino e soprattutto dotato di una notevole personalità. I Tyr, infatti non si limitano a riproporre per l’ennesima volta la classica formula dell’epic metal con inserti folkeggianti ma, al contrario, arricchiscono il proprio suono con pregevoli passaggi al limite del prog e un ricercato senso della melodia che rende le composizioni a tratti drammatiche e ad ogni ascolto sempre più interessanti. Le canzoni non risultano mai banali, grazie anche alla voce del bravissimo Heri Joensen che, dotato di una voce limpida e lievemente malinconica, si muove su linee vocali tutt’altro che scontate e dona un ulteriore tocco di originalità a questo lavoro. Si aggiunga a tutto questo la presenza di azzeccatissimi intermezzi strumentali, pezzi folk cantati in danese o faroese e l’uso di tematiche che spaziano dalla mitologia nordica ad episodi storici della loro terra natìa. Perfetta anche la produzione, ad opera di Jacob Hansen. Dopo un’intro strumentale, articolata e ricca di richiami alle tracce successive, esplode “The Hammer Of Thor” ed è già magia. Un pezzo che viaggia su tempi medi, non certo di facile assimilazione, complesso e melodico allo stesso tempo. Già questo primo assaggio basta per rendersi conto che il gruppo va ben oltre i confini del genere. Cori melodici si alternano a strofe articolate, soprattutto dal punto di vista vocale e ben sostenute dalla batteria di Kari Stremvoy il quale arricchisce ulteriormente il sound della band con un drumming tecnico e creativo. Il disco è una vera collezione di perle e la dolce “The Burning”, un breve intermezzo strumentale, prepara a dovere il terreno per una di queste. “The Ride To Hel” è infatti un pezzo a dir poco magistrale. Dotato di un inizio che sfiora il doom, sfocia in un ritornello melodicissimo e di grande impatto, grazie anche ad un intelligente uso dei cori, mai invadenti e che riescono anzi a sostenere a dovere la voce del sempre ottimo Heri. Ottima anche la parte centrale della canzone, in cui sono invece le due chitarre a farla da padrone e raggiunge il suo culmine con un bell’assolo che fa da preludio all’ennesimo cambio di tempo. Su coordinate simili si muove “Wings Of Time”, un’emozionante traccia drammatica, inizialmente lenta e soffusa ma che, sorretta da un riff massiccio, si concretizza presto con un solenne ritornello folk. La componente folk raggiunge però l’apice in “Torsteins Kvaedi” che, cantata in faroese, conferma l’attaccamento del gruppo per le tradizioni della propria terra. Fino alla fine è un susseguirsi di eccellenti composizioni che culminano con la conclusiva epicissima titletrack. Inizia con un bell’arpeggio di chitarra su cui si stagliano melodiche parti vocali ancora in lingua nativa e prosegue con una stupenda parte cadenzata seguita poi dal ritornello. Notevole la parte strumentale che a tratti ricorda i migliori Warlord. Un finale col botto per un disco abbastanza complesso da ascoltare e riascoltare con calma ed attenzione in modo da gustarne tutte le sfaccettature e valorizzarne i pregi. Non lasciatevi assolutamente scappare l’edizione limitata in digipack con due bonus track.

TRACKLIST

  1. The Beginning
  2. The Hammer Of Thor
  3. Envy
  4. Brothers Bane
  5. The Burning
  6. The Ride To Hel
  7. Thorsteins Kvaedi
  8. Grìmur A Midalnesi
  9. Wings Of Time
  10. The Rage Of The Skullgaffer
  11. The Hunt
  12. Vicrory
  13. Lord Of Lies
  14. Gjallarhornid
  15. Ragnarok
  16. The End
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