U.D.O. – Steelfactory

Pubblicato il 06/09/2018 da
voto
7.5
  • Band: U.D.O.
  • Durata: 00:58:05
  • Disponibile dal: 31/08/2018
  • Etichetta:
  • AFM Records
  • Distributore: Audioglobe

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Il caro e vecchio Udo è sulle scene da più di quarant’anni ormai, eppure sembra che, per il momento, i chiari segni del tempo non siano minimamente in grado di scalfire la determinazione di uno dei più iconici vocalist heavy metal europei, evidentemente ancora voglioso di imporre la propria presenza su un mercato che, nonostante l’enorme quantità di proposte moderne, non smette mai di avere bisogno di album in grado di mantenere intatta la memoria delle intramontabili sonorità classic metal. Dopo un lungo tour, dedicato interamente alla riproposizione in sede live di numerosi brani iconici risalenti al periodo Accept, e a ben tre anni di distanza dal precedente “Decadent”, è arrivato il momento di parlare del sedicesimo disco solista ad opera di mister Dirkschneider.
Con un titolo semplice ma efficace come “Steelfactory”, la domanda che sorge spontanea prima di iniziare l’ascolto è piuttosto lampante: quest’album si può davvero considerare una potenziale fabbrica d’acciaio, in grado di rendere giustizia all’illustre carriera di colui che ci mette la firma? Con un inizio a dir poco rovente, affidato alla micidiale opener “Tongue Reaper”, le premesse sembrano essere più che positive, trattandosi decisamente di una traccia a dir poco energica e fomentante, in grado di permettere a qualsiasi ascoltatore di iniziare a scaldare i muscoli del collo grazie a un tiro generale aggressivo e adrenalinico. È proprio nei momenti più movimentati che l’album fornisce il meglio di sé, e tra questi citiamo anche le taglienti “Rising High” e “Eraser”, le quali si ritagliano un focoso spazio all’interno di un album che si compone principalmente di brani mid-tempo: le rockeggianti “Make The Move”, “Hungry And Angry” e “Bite Of Evil” rappresentano alcune delle più riuscite del pacchetto, grazie a un incedere generale comunque divertente e a dei ritornelli esaltanti che rimangono in testa sin dal primo ascolto; discorso differente invece per le più arabeggianti “Keeper Of My Soul”, “Raise The Game” e “Blood On Fire”, le quali appaiono decisamente troppo simili tra loro e con un’incisività che può essere efficace all’inizio, ma tende a venire leggermente a noia man mano che si procede con l’ascolto. Non mancano anche momenti più melodici e introspettivi, identificabili tanto nelle suggestive “In The Heat Of The Night” (titolo non proprio originale) e “One Heart One Soul”, quanto nella più movimentata “Rose In The Desert”; quest’ultima precede anche la conclusione dell’album rappresentata dalla struggente “The Way”, unica effettiva ballad dell’album, a tratti toccante e rappresentativa della più o meno lunga via che tutti dobbiamo percorrere nel corso della vita, e non c’è dubbio che quella imboccata dal buon Udo lo abbia condotto su un sentiero impervio, ma sempre sulla cresta dell’onda per quanto riguarda una carriera tra le più produttive in ambito heavy metal. A tal proposito, vogliamo rassicurarvi che il timbro che tutti abbiamo imparato ad amare è ancora integro e graffiante, e l’interpretazione di ogni singola traccia appare curata nel migliore dei modi, così come il comparto strumentale affidato a musicisti talentuosi e affidabili, che soffriranno sicuramente il confronto con chi ha accompagnato il sopracitato vocalist nella prima parte della sua lunga carriera, ma che forniscono comunque una prova meritevole e adeguata al compito, su disco tanto quanto dal vivo.
È risaputo che la qualità delle produzioni soliste di Udo è sempre stata piuttosto altalenante, con lavori relativamente ispirati alternati ad altri dal sapore decisamente amaro e sprovvisti di quel piglio che ci si aspetta ancora oggi da un nome della suddetta caratura; ciò nonostante, riteniamo che, seppur non manchino alcuni difetti, tra cui la presenza di alcuni brani con un leggero retrogusto di ‘filler’, con questo “Steelfactory” sia stato fatto centro: un’oretta circa di ottimo metallo vecchia scuola e ricco di tutti quegli stilemi che chiunque conosca il repertorio del piccolo grande frontman ha imparato da tempo a riconoscere e apprezzare. Sicuramente non sarà il disco heavy metal dell’anno, ma la qualità non manca e nemmeno l’esaltazione in svariate fasi dell’ascolto, il che ora ci stimola una discreta curiosità in attesa del prossimo tour, che vedrà accantonati i classici che abbiamo sentito più volte negli ultimi anni, in favore del nuovo materiale, che comunque ha tutte le potenzialità necessarie.

TRACKLIST

  1. Tongue Reaper
  2. Make The Move
  3. Keepr Of My Soul
  4. In The Heat Of The Night
  5. Raise The Game
  6. Blood On Fire
  7. Rising High
  8. Hungry And Angry
  9. One Heart One Soul
  10. A Bite Of Evil
  11. Eraser
  12. Rose In The Desert
  13. The Way
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