8.0
- Band: U.F.O.
- Durata:
- Disponibile dal: //2002
- Distributore: Audioglobe
U.F.O.: e sai cosa senti! No, questo non è uno slogan pubblicitario, ma una frase che definisce al meglio quello che tutti i rockers, vecchi e nuovi, si devono aspettare dalla premiata ditta Mogg/Way e dal rientrante Michael Shenker (ma sarà la volta buona?); e allora via, con un hard rock old-style, arrivato ai giorni nostri direttamente dai 70s visto che, produzione a parte, nella musica dei nostri ormai anziani rockettari davvero poco sembra essere cambiato da quegli anni d’oro: una voce che sa essere, nelle varie circostanze, calda o energica, dei riff di chitarra quadrati ed essenziali ed un buon lavoro di ritmica come contorno al tutto. Ecco, quindi, la sostanza di pezzi quale la stupenda “Outlaw Man” (un vero inno, scommetto che ci vorrà davvero poco perché diventi un classico nel loro repertorio), l’ottima “Quicksilver Rider” o la melodica “Dead Man Walking” (altro pezzo stupendo, e per di più incredibilmente emozionante). Menzione a parte per “Serenity”, un autentico capolavoro, che si distanzia un pochino dalle canzoni precedenti per assumere a volte i connotati di ballad, ma che non disdegna certo di regalarci vari riff distorti a dovere, e che convince talmente in pieno da risultare il pezzo più convincente dell’album, se non addirittura uno dei migliori pezzi mai scritti dagli U.F.O. (ma guarda cosa riesce a combinarti certa gente a cinquant’anni ormai suonati, e poi voglio vedere chi ha il coraggio di dire che invecchiando si peggiora…). Il resto dell’album si mantiene sempre sulle stesse coordinate, regalandoci buoni pezzi come “Shadow Dancer”, “Someone’s Gotta Have To Pay”, “Fighting Man” e “Perfect View”, che dimostrano una volta di più che per gli U.F.O. il futuro prossimo è ancora roseo e che, a quanto pare, fortunatamente ci sarà da aspettare ancora parecchio prima di mettere fine alla loro gloriosa carriera… che aspettate allora, correte a fare vostro quest’ennesimo tassello di un gruppo che ha segnato profondamente la storia del rock; non ve ne pentirete, state tranquilli…