7.5
- Band: UFOMAMMUT
- Durata: 00:44:42
- Disponibile dal: 05/05/2010
- Etichetta:
- Supernaturalcat
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Gli Ufomammut hanno basato la loro carriera su un equivoco di fondo: pur suonando una musica che rimane saldamente ancorata al metal, nella sua accezione più doomy e stravolta, il loro nome in questo ambito è relativamente poco conosciuto. Il trio infatti gode di una certa meritata fama soprattutto in ambienti maggiormente alternativi e meno legati alle loro sonorità. Speriamo che, giunti ormai al quinto album, la band inizi a raccogliere ciò che ha pazientemente seminato anche a latitudini più estreme. “Eve” è senza ombra di dubbio il lavoro più ambizioso mai composto dai piemontesi, dato che al suo interno trova spazio un solo brano di quarantacinque minuti di durata suddiviso in cinque movimenti. Musicalmente parlando i ragazzi si sono ulteriormente evoluti rispetto all’ottimo “Idolum”, andando a ripescare pesantezze assortite dal proprio passato e nel contempo alleggerendo la coltre spessissima di distorsioni che rendeva l’album precedente incredibilmente ostico. Nel nuovo lavoro si è costretti ad entrare in punta di piedi, dato che il primo movimento dura più i quattordici minuti e solo nel finale viene irrobustito da un crescendo di intensità stratosferico. I primi dieci minuti infatti suonano come se i Neurosis flirtassero con lo space rock settantiano, con le voci di Urlo ridotte al minimo sindacale. Quando il lavoro sembra entrare nel vivo, ecco arrivare il secondo movimento, con il suo incedere ridondante e al limite del drone; praticamente i primi riffoni di chitarre arrivano dopo più di venti minuti di musica ed introducono alla perfezione la terza e la quarta parte di “Eve”, dove viene a galla l’anima maggiormente stravolta e stonata dei nostri. A questo punto le chitarre di Poia si ergono sopra ogni cosa e, grazie a dei riff enormi ed incredibilmente distorti, riescono a prendere il sopravvento sui synth, che comunque contribuiscono in maniera decisiva alla creazione di un sound spaziale e distante. I due episodi centrali rimandano a quanto fatto dagli Electric Wizard più drogati e sicuramente sono tra i passaggi più ascoltabili dell’intero lavoro. Lavoro che si conclude così come era iniziato, ovverosia in maniera straniante, soffusa e lisergica, con un quinto movimento che racchiude un po’ tutto quanto fatto nei quattro precedenti. La produzione, opera di Lorenzo Stecconi, è molto sporca e calza alla perfezione sul sound dei nostri. Concludendo, riteniamo che “Eve” riesca ad essere allo stesso tempo un lavoro più easy di “Idolum”, ma allo stesso tempo più complesso ed articolato e conferma gli Ufomammut ai vertici della scena stoner psych mondiale. Ascolto difficile ma estremamente appagante e a suo modo molto estremo.