7.0
- Band: UFOMAMMUT
- Durata: 00:21:22
- Disponibile dal: 09/09/2019
- Etichetta:
- Supernaturalcat
- Distributore: Goodfellas
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Tempo di spegnere le candeline in casa Ufomammut. 20 anni, quanto tempo! Un numero impressionante, che riassume a stento il vissuto di un gruppo sempre un passo avanti la concorrenza, che ha forgiato uno stile divenuto leggendario, in un settore di nicchia come quello sludge-doom. Ambito nel quale il trio piemontese è uno dei leader indiscussi, oltre che un esempio di costanza e abnegazione, nutrito dal suo sgargiante corredo visuale firmato Malleus Art Lab e ramificato in una propria casa discografica, la Supernatural Cat. Label veicolo del box-set celebrativo ora in uscita, che accanto alle versioni in cd ed lp di tutti gli otto album rilasciati finora, adornati con confezioni ed artwork pensati ad hoc, vede comparire una manciata di inediti. Un gradevole EP di sei brani, rivisitazione in chiave acustica di alcuni dei cavalli di battaglia della formazione. Gli Ufomammut si spogliano completamente del grosso rumore, del fervore, della potenza nucleare di cui la loro discografia è imbevuta e si pongono a noi con grande calma, offrendoci un momento di raccoglimento e contemplazione.
Urlo, Poia e Vita si levano di dosso le armi necessarie alle perigliose battaglie passate, si siedono accanto al fuoco di un accampamento e rimettono mano a quanto già scritto, dandogli un’interpretazione che neanche per sbaglio ha a che spartire con quella già nota. Urlo, frontman che già col suo progetto solista The Mon aveva fatti intuire quanto sia abile a delineare linee vocali d’ambiente, enigmatiche e sognanti, con pochi sussurri e senza mai alzare la voce riesce ad ammaliarci con una poetica da crooner navigato; le sue vocals hanno un che di sciamanico, profetico, perse in apparenti fumi psichedelici. Un’allucinazione collettiva evocata dall’uso dei synth, i cui tappeti assomigliano appunto a quelli del recente disco di The Mon, chiaro sintomo della visionarietà poliedrica di Urlo. Intanto, la chitarra di Poia, pur nel perseguimento di fraseggi elementari, avvince anche con pochi accordi e una nudità di registrazione che ne esalta la forza emotiva. Qualche drone isolato, lievi increspature di chitarra elettrica, soundscape filmici e pochi battiti di tamburi, lontani sullo sfondo, arricchiscono la speciale atmosfera di queste tracce. Registrato live nell’ultima, al solito intensa, primavera trascorsa in tour, “XX”, per quanto sia una pubblicazione ridotta e fuori dal seminato, si rivela un’uscita di valore, perché le nuove versioni di una “SATAN” o “LACRIMOSA” portano addosso la stessa magia degli album, la medesima capacità di trasportarci in un trip senza inizio né fine. Un compleanno ben festeggiato.