ÚLFÚÐ – Of Existential Distortion

Pubblicato il 21/03/2023 da
voto
8.0
  • Band: ULFUD
  • Durata: 00:44:34
  • Disponibile dal: 17/03/2023
  • Etichetta:
  • Dark Descent

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Quando la Dark Descent Records bussa alla porta, state certi che sono buone notizie. L’ormai nota label americana, con sede a Colorado Springs, si è consolidata tra le più interessanti etichette discografiche specializzate in death metal ed affini. Blood Incantation, Crypt Sermon, Hyperdontia, Lvcifyre sono alcune tra le band che militano o hanno militato nel potente esercito della Dark Descent che, questa volta, ha raggiunto le terre incontaminate dell’Islanda per arruolare una nuova entità chiamata Úlfúð.
Il quintetto di Reykjavik si forma nel 2015, tre anni più tardi pubblica l’EP “First Sermon” per poi cadere in un incantesimo di silenzio che viene spezzato dall’assordante esplosione di “Of Existential Distortion”, il loro primo full-length. Il sound contenuto nelle otto tracce dell’album è un’efficace miscela di black e death metal, la cui magia scaturisce nel background musicale di ogni singolo componente della band. Il passato dei due chitarristi, Birkir Kárason ed Eysteinn, si radica rispettivamente nel death e nel black metal: il primo è membro dei Narthraal, mentre il secondo suona anche nei Nyrst. Tra i restanti musicisti prevale la vena black, in quanto precedentemente hanno avuto tutti esperienze con questo genere, il bassista Sigurður Jakobsson, ad esempio, fa parte dei blackster islandesi Manveira. Le premesse si presentano allettanti ed il contenuto di “Of Existential Distortion” supera, a nostro parere, le buone aspettative.
Le sonorità che eruttano come vulcani, dalle terre desolate degli Úlfúð, sono prorompenti e dinamiche, spinte da un’energia melodica in grado di dominare quella violenza che sgorga all’improvviso come un geyser irrequieto. Accordi semplici ma incisivi, disegnano una spirale melodica di pura energia, ogni brano è impreziosito da potenti riff molto orecchiabili che pervadono la memoria. In alcune circostanze sembra di assistere ad uno scontro titanico tra gli svedesi Amon Amarth ed i portoghesi Gaerea: il sound corposo e tagliente si contrappone ad una sorta di teatralità nichilista che sfocia in brutali riff attraversati da un’intensa e ruvida linea vocale.
Ciascun brano offre all’ascoltatore epici momenti di trasporto, veri fiumi in piena che travolgono malumori a favore di una piacevole esaltazione sonora. Le meccaniche furiose di “Where Strange Lights Dance” e “Tears of Terra” sbaragliano ogni dubbio legato alla noia, la struggente “Gods Left Behind” con il suo songwriting articolato e propulsivo alterna la rabbia alla malinconia, mentre nella finale “Leviathan Dreams” ribollono infervorati i demoni del death metal. Ogni singola traccia del disco ha il pregio di contenere al suo interno una componente melodica, una luce che brilla nel pandemonio di una catastrofe, una qualità che va ad avvalorare l’indole di questo ottimo lavoro.
Úlfúð (pronunciato ‘ool-wooth‘) significa animosità o ostilità, due parole che descrivono appieno “Of Existential Distortion”: un disco certamente ricco di pathos, ostile nel suo carattere e così ardito da conquistare i cuori degli appassionati, anche quelli più freddi che battono all’ombra di terre sconfinate come l’Islanda, che ancora una volta ci ha conquistati.

TRACKLIST

  1. Where Strange Lights Dance
  2. Tears of Terra
  3. Mockery Theatre
  4. Faceless
  5. Gods Left Behind
  6. Questions
  7. An Elegy to a Paradise Out of Reach
  8. Leviathan Dreams
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