7.0
- Band: ULI JON ROTH
- Durata: 01:20:30
- Disponibile dal: 02/03/2015
- Etichetta:
- UDR Music
- Distributore: EMI
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Nell’ultimo mese abbiamo visto David Coverdale realizzare con i suoi Whitesnake un disco di brani risalenti ai suoi trascorsi nei Deep Purple ed ora il chitarrista Uli Jon Roth si lancia in questo “Scorpions Revisited”, un doppio cd in cui l’axeman fa rivivere i più grandi pezzi di quando fiancheggiava Rudolf Schenker. Di solito, progetti di questo tipo non vengono visti molto bene, è facile pensare che l’artista in questione sia alla frutta o che in qualche modo cerchi di recuperare consensi “sfruttando” il periodo d’oro della sua carriera. Forse la verità è proprio questa, non lo sappiamo, ma dovendo giudicare soltanto il lato prettamente musicale, va sottolineato come Roth abbia letteralmente rivisitato e dato nuova energia a grandi brani risalenti agli anni Settanta. Prendiamo l’opener “The Sails Of Charon” (classe 1977), il minutaggio è praticamente doppio rispetto alla versione originale, ed infarcito dai virtuosismi epici tipici del chitarrista. Ed ancora, possiamo godere di una “In Trance” in versione molto più epica, solenne e struggente rispetto alla “versione Scorpions”, grazie anche al potente cantato di Nathan James. Rimane intatto il tiro di “Yellow Raven”, oppure “Longing For Fire”, brani che a distanza di quarant’anni oggi rivivono tutto il loro splendore in una nuova veste che, pur mantenendo intatta la struttura portante, con i nuovi arrangiamenti ed un lavoro di chitarra al cento per cento ‘made in Roth’, oggi si presenta più colorata e fresca. A differenza di altri dischi simili, definire “Scorpions Revisited” un album di sole cover sarebbe ingiusto, Uli Jon Roth ha preso canzoni da lui scritte e le ha stravolte in modo mirato e molto interessante, per far coesistere in uno stesso brano la sua concezione di musica degli anni Settanta alla corte degli Scorpioni con ciò che invece è diventato oggi dopo anni di maturazione artistica. Dischi come questo non vanno acquistati solo per completare la collezione di un artista che si adora, qui c’è tanta musica, vecchia, ma nuova allo stesso tempo, che ci da la possibilità di riascoltare gli Scorpions degli anni Settanta come oggi li suonerebbe Roth.
