7.5
- Band: ULTHA
- Durata: 00:38:53
- Disponibile dal: 18/07/2015
- Etichetta:
- Vendetta Records
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Dopo lo scioglimento dei Planks, il chitarrista/cantante Ralph Schmidt ha deciso di buttarsi a capofitto in questo nuovo progetto chiamato Ultha, messo in piedi assieme a dei membri di altre formazioni del sottobosco teutonico come Goldust e Atka. La strada black metal tracciata con alcuni episodi degli ultimi lavori dei Planks viene qui ulteriormente allargata ed esplorata tramite un songwriting più spoglio, dove solo a tratti si lascia spazio ad elementi “post” o sludge che possano reprimere le velleità “nere” dei ragazzi, che in questa sede scelgono di rivelarsi senza troppe maschere e metafore. Ad emergere sono le ossessioni, la solitudine e la disillusione che albergano nei loro animi, senza scadere in soluzioni esageratamente tronfie o in facili sentimentalismi. L’opener “Crystalline Pyre” ci dice subito tutto del clima che il gruppo tedesco vuole instaurare con l’ascoltatore, ossia un rapporto brutale e onesto, basato su melodie limpide ed essenzialità strumentale. Il latrato del bassista/cantante Chris rimanda subito a primi Shining e Forgotten Tomb, mentre gli strumenti allestiscono trame black metal che mescolano gelo e malinconia. A dispetto della lunga durata dei singoli episodi, colpisce quasi subito la compattezza della proposta, in parte dovuta alla succitata precisa scelta stilistica, in parte all’apparente semplicità con cui gli Ultha intrecciano aridi passaggi in blast-beat, arpeggi e aperture più rocciose. Alcuni spunti possono risultare forse un po’ ripetitivi e meno consistenti, ma la musica nel complesso appare sempre melodicamente intensa. Se non fosse per alcune urla più “umane”, ad opera di Schmidt, e per un’esecuzione strumentale solida e ordinata, il disco potrebbe facilmente essere scambiato per il (notevole) prodotto di una delle varie realtà del filone “depressive” black metal, tanto il senso di rassegnazione e di abbandono è imperante. Al sound manca forse ancora un tocco veramente distintivo, ma il songwriting degli Ultha si muove con passi sicuri in una direzione ben definita e, alla fine dei conti, riesce ad offrire un lotto di composizioni efficaci. Niente male per essere il primissimo parto di una band nata solo l’anno scorso.