8.0
- Band: ULTHA
- Durata: 01:08:29
- Disponibile dal: 05/10/2018
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: Sony
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Li aspettavamo al varco, gli Ultha, dopo la bella prova offerta con “Converging Sins” e le convincenti esibizioni live degli ultimi anni. Il gruppo tedesco, nato dalle ceneri dei Planks, si è in breve tempo ritagliato un proprio spazio nell’underground, affermandosi come una realtà intraprendente, prolifica e sempre pronta a raccogliere ogni sfida. Si attendeva il definitivo salto di qualità e questo arriva con “The Inextricabe Wandering” e con un contratto con la potente Century Media Records. Il nuovo full-length si presenta infatti come il disco più completo della band, efficace nelle singole composizioni e al tempo stesso fedele agli apprezzati canoni estetici edella loro musica, la quale unisce tensione black metal, fumi doom ed ombre dark wave, creando una sequenza mirabile di visioni metropolitane evanescenti e noir, che si susseguono per i settanta minuti di questa corposa successione di brani. Sin dal principio la formazione di Colonia ha dimostrato di avere idee interessanti e di volere imboccare una strada precisa, calpestando senza ritegno varie tradizioni musicali per uscirne vittoriosa con un sound coerente e personale. Mancava la perfetta quadratura del cerchio in termini di presa e ispirazione del songwriting sulla lunga distanza, e questa la troviamo appunto su “The Inextricabe Wandering”, un album che finalmente trasuda emozione ed abrasione in egual misura. Da un lato, gli Ultha sembrano evitare il mutamento e i cambi di ritmo, favorendo la ripetitività e un suono severo, ipnotico e circolare, indolente colonna sonora ideale della realtà urbana, di periferie post industriali, di generazioni senza futuro che si consumano nella noia; dall’altro riescono a sorprendere inserendo regolarmente in punti streategici del disco sia dei riff di chitarra particolarmente catchy, sia passaggi e atmosfere maggiormente soft e remissivi, dove la distorsione allenta un po’ la morsa e il black metal lascia campo a pennellate di decadenza di scuola wave, come se gli Ash Borer si intrecciassero con i Joy Division. Non è un mistero che siano la perdita, la depressione e la paura a fare da sfondo a questa espressione artistica: su “The Inextricabe Wandering” gli Ultha riescono però a rielaborare tali sentimenti in una chiave espressiva e dinamica come mai prima d’ora. Il gruppo impone la propria personalità senza eccessi e con un senso di grande lucidità, azzeccando sia le tipiche suite (“The Avarist” è semplicemente clamorosa), sia le tracce più brevi e duttili, riuscendo ad esprimere le proprie emozioni – che talvolta apparivano distaccate – in maniera molto più passionale e a confezionare brani che restano presto in mente, nonostante la lunga durata complessiva. Da qualunque lato la si analizzi, ci troviamo al cospetto di una importante e persuasiva prova di maturità per il gruppo, che ora ha davanti a se una strada spalancata per un riconoscimento più ampio.