7.0
- Band: ULTRA-VIOLENCE
- Durata: 00:21:32
- Disponibile dal: 15/06/2012
- Etichetta:
- Punishment 18 Records
- Distributore: Andromeda
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Giovani thrasher crescono. Anche qui in Italia negli ultimi anni si è assistito ad un fiorire di band dedite ad una delle forme più pure ed incontaminate di metal. Ultimi arrivati in ordine cronologico sono questi Ultra-Violence, quartetto torinese dall’età media intorno ai vent’anni e dedito a sonorità vicine a primissimi Metallica, Death Angel (il monicker parla chiaro) ed una spruzzatina di scuola tedesca, segnatamente Destruction. Che la band abbia una marcia in più lo si capisce anche dal fatto che l’attenta Punishment 18 Records abbia sin da subito puntato forte su di loro, pubblicando questo EP d’esordio intitolato “Wildcrash”. All’interno dei cinque brani i ragazzi dimostrano di avere già le idee piuttosto chiare, sciorinando una buona personalità sopra strutture che di originale hanno poco o nulla. Il songwriting comunque è convincente, i suoni che escono dalle casse sono più che buoni ed in sostanza il lavoro scorre via piuttosto piacevolmente, grazie anche a dei furbi inserti punk hardcore che vorrebbero riportare alla mente i S.O.D. ma che finiscono per fare somigliare i Nostri ai Municipal Waste. Poco male, comunque, il divertimento è garantito. Si parte subito forte con la title track, che a conti fatti risulterà l’episodio più squisitamente thrash del lavoro, appeso tra la solidità ritmica dei Death Angel ed il gusto melodico dei Metallica, con un refrain che copia smaccatamente la struttura di “Whiplash”. “Infernal Trip” e “Frustration Of Soul” giocano invece la carta crossover, con le chitarre di Andrea Vacchiotti e Loris Castiglia sugli scudi a disegnare semplici ma efficaci riff dal sapore punkeggiante. La successiva “Inhuman Slaves” torna a citare i Death Angel, solo rivisti sotto un’ottica che da maggiore risalto ai solismi, sia di Vacchiotti che del bass player Roberto Dimasi, che all’interno dell’EP riesce a ritagliarsi molti momenti in primissimo piano. A chiudere, l’assalto thrash all’arma bianca della breve “Herpes”, molto efficace nell’andare subito al sodo e dove l’ignoranza di certo thrash tedesco viene maggiormente a galla. Ci pare di avere detto tutto; gli Ultra-Violence riescono a convincere e questo “Wildcrash” ci pare un buon modo per avviare la carriera. Ora li aspettiamo al varco con un full length che possa valorizzare appieno tutte le loro potenzialità.